notizia

Marco Riccòmini

Lotto

Lorenzo Lotto. Catalogo generale dei dipinti.

«A che serve?», fece una pimpante accademica quando le confidai il proposito di metter mano ad un catalogo ragionato. Allora, quella sua risposta tagliente abbinata ad un dietrofront con tanto di “veronica” di capelli bruni, mi lasciò interdetto e passai giorni ad interrogarmi sul senso di quella mia scelta. A distanza di anni, sono giunto a pensare che quel tipo di affermazione esca sempre dalla bocca di chi quel lavoro non sarebbe in grado di farlo e, dunque, lo spoglia d’importanza. Perché per redigere un catalogo ragionato non occorre soltanto cura e pazienza; serve anche la capacità di decidere cosa sta dentro e cosa sta fuori. E, in tempi in cui fioriscono monografie che, a ben guardare, sono solo un best of (che evita l’onere e la pena di separare il grano dal loglio e lascia spazio a future precisazioni), ci capita tra le mani il volume a cura di Enrico Maria Dal Pozzolo (con la collaborazione di Raffaella Poltronieri, Valentina Castegnaro e Marta Paraventi), Lorenzo Lotto. Catalogo generale dei dipinti (Skira 2022), che, invece, è solido come la casa di Jimmy (il porcellino che, anziché di paglia e di legno, costruì la sua casa coi mattoni). E che segue passo dopo passo l’affannoso errare del pittore veneziano, che ancora sul finire della vita si ritraeva in viaggio, con pochi averi e il peso come un macigno d’un senso di sconfitta acuito dalle parole dell’Aretino, che gli ostentava il paragone con Tiziano. «Le sue ossa stanno da qualche parte sotto il pavimento della basilica di Loreto. I suoi occhi continuano a guardarci dalle opere che ci ha lasciato». A questo serve.