notizia

Alessandro Viscogliosi*

Andrea Coen

Un sapiente conoscitore

Per la prima volta dal 1971 quest’anno a palazzo Corsini non c’era lo stand della famiglia Coen a rappresentare egregiamente il settore degli arazzi e dei tappeti, poiché lo scorso luglio nel mare del Giglio è scomparso Andrea Coen, che, dopo Luciano, portava avanti una tradizione più che cinquantennale di conoscenza e passione per questi raffinatissimi prodotti tessili. Una basilica di San Lorenzo in Lucina insolitamente gremita di folla nonostante l’agosto torrido è stata la prova dell’affetto riscosso da Andrea come persona e come amico, ma non deve passare sotto silenzio la perdita di un professionista apprezzatissimo e soprattutto di un sapiente conoscitore di un settore artistico che in Italia non è adeguatamente sostenuto da corsi di studio universitari all’altezza della sua importanza culturale. La tessitura ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo, tappeti e arazzi ne hanno reso più comodi e più belli le case i luoghi di culto, recependo le suggestioni delle più squisite forme artistiche ad essi contemporanee: ciononostante la connaisseurship prevale ancora sullo studio sistematico, ed è ancora più grave la perdita di chi eccelleva nella conoscenza, oltre che nel mercato.


"Avendo infatti arricchito il campo professionale praticato da suo padre, quello del tappeto, con il proprio personale interesse per gli arazzi, la sua sete di comprensione lo ha portato a conoscere e frequentare molti storici dell’arte, affinché le iconografie più complesse gli divenissero familiari come i più intricati disegni dei tappeti."


Andrea si era formato sui libri, una vera e propria biblioteca specializzata di settore, messi insieme avidamente prima da Luciano e Annelies, poi da lui e Nicoletta. Un’attività decennale lo aveva portato a perfezionare le proprie competenze mediante i continui rapporti con mercanti, collezionisti, e amanti del settore. La frequentazione di palazzi, gallerie e musei, in cui contemplare i migliori esemplari era per lui soltanto una faccia della medaglia: l’altra era il contatto fisico quotidiano con i tappeti e gli arazzi, praticato non come un vezzo da figlio d’arte, ma come un reale, insostituibile, mezzo di conoscenza. Avendo infatti arricchito il campo professionale praticato da suo padre, quello del tappeto, con il proprio personale interesse per gli arazzi, la sua sete di comprensione lo ha portato a conoscere e frequentare molti storici dell’arte, affinché le iconografie più complesse gli divenissero familiari come i più intricati disegni dei tappeti. La sua famiglia, in particolare Nicoletta, divideva con lui esperienze estetiche e pratiche: speriamo che l’assenza di quest’anno dalla Biennale fiorentina sia soltanto una pausa di raccoglimento prima di riprendere, con la discrezione e l’efficienza di sempre, il proprio posto sulla scena dell’antiquariato italiano, in un settore in cui l’esperienza e la capacità dei singoli mercanti è un tassello realmente insostituibile.

 


*Prof. Arch. Alessandro Viscogliosi
Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e Paesaggio
Facoltà di Architettura
Sapienza Università di Roma