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Marco Riccòmini

Il bell’Antoine

Si ha quasi l’impressione d’entrare in un mondo incantato, un po’ come quando, da bambini, si varcava esitanti la soglia di quegli spaventosi labirinti che s’allestivano alle fiere di paese.

Entrando a Palazzo Madama a Torino alla mostra dedicata ad Antoine de Lonhy (o Antonio de Llonye) – pittore, miniatore, architetto in Catalogna, Linguadoca, Francia, Ducato di Savoia e Principato di Piemonte al tempo del Rinascimento – si ha quasi l’impressione d’entrare in un mondo incantato, un po’ come quando, da bambini, si varcava esitanti la soglia di quegli spaventosi labirinti che s’allestivano alle fiere di paese. Sarà perché il percorso è in penombra e zigzagante, sarà perché vi regna un’atmosfera sospesa, tra la malia degli arpeggi misteriosi che risuonano dall’alto e che invitano a procedere a ritmo di danza, e la magia di quei dipinti dai colori forti e sgargianti. Si resta in silenzio stregati dalla luce caleidoscopica del rosone della chiesa di Santa Maria del Mar a Barcellona, dagli arredi scuri dall’intaglio finissimo d’una casa che s’immagina col pavimento a scacchi bianchi e neri (e dove vissero forse Hänsel e Gretel o i loro bisnonni), dai cocci di maioliche invetriate iscritte con caratteri gotici che paiono cufici (o son cufici e paiono gotici?), i frammenti di velluti rosso cocciniglia e le squillanti pagine miniate illustrate con le fiabe rinascimentali che si recitavano le calde sere d’estate a Tolosa o i lunghi inverni davanti al fuoco alla corte savoiarda. Poi, finito il giro, si vorrebbe ricominciare da capo e, per fortuna, rimane il catalogo che spiega la storia di questo artista girovagante e del tempo in cui operava di corte in corte fino a giungere anche in Piemonte e in cui c’è parso, per il breve lasso della visita, d’entrare anche noi.


Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy, a cura di Simone Baiocco e Vittorio Natale. Torino, Palazzo Madama, 23 settembre 2021 – 9 gennaio 2022, © 2021 Sagep Editori.