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Simone Facchinetti

Art Markets, Agents and Collectors

Il nuovo libro della collana Contextualizing Art Markets

Nella collana Contextualizing Art Markets (Bloomsbury Visual Arts, £ 100) è da poco uscito un volume miscellaneo intitolato Art Markets, Agents and Collectors. Collecting Strategies in Europe and the United States, 1550-1950, a cura di Susan Bracken e Adriana Turpin.
Il libro è diviso in quattro capitoli: 1. Agents in the market, 1550-1720; 2. Agents in the long eighteenth century; 3. The agent in the modern European art market, 1820-1950; 4. Agents in the market for American collectors.La parola magica è agent. Sappiamo cosa fa (o non fa) l’art advisor oggi ma in passato come agiva? A chi dispensava il proprio sapere e che obiettivi perseguiva? Ovviamente non c’è una risposta univoca. Dipende dal contesto e dall’epoca, dal profilo del collezionista o dell’istituzione coinvolta in scelte che pretendevano di divinare il futuro. Quello che si impara da questo libro è che la realtà è complicata e non esistono risposte semplici. Ma questo lo sapevamo già.


"L’agente svolgeva il ruolo fondamentale dell’intermediazione. I pittori viventi potevano amarlo o detestarlo (come oggi) e i clienti potevano pensare di essere stati gabbati oppure ben consigliati (come oggi). I mercanti erano liberi di odiarlo, servendosene secondo il bisogno."


L’agente svolgeva il ruolo fondamentale dell’intermediazione. I pittori viventi potevano amarlo o detestarlo (come oggi) e i clienti potevano pensare di essere stati gabbati oppure ben consigliati (come oggi). I mercanti erano liberi di odiarlo, servendosene secondo il bisogno. Lo scopo dell’agente era quello di collocarsi in una posizione molto elevata (a prova di sputo), riuscendo a guadagnarsi il ruolo dell’oracolo. Per farlo doveva essere molto bravo (cosa non difficile) e universalmente riconosciuto come tale (cosa più difficile).
L’agente era il tramite tra una cosa che prima di lui non esisteva (non fisicamente ma “spiritualmente”) e chi dopo di lui l’avrebbe desiderata con tutte le sue forze. Dispensava l’ingrediente segreto che solo lui conosceva. Poteva vestirsi da clown e scodinzolare come un cane, oppure stare chiuso nella sua torre d’avorio e comportarsi come un lord. La cosa fondamentale era riuscire a intuire prima degli altri come sarebbe girata l’aria.
Questo è un libro che costruisce degli altaroli intorno alle figure degli agenti (alcuni misconosciuti, altri celebri come Boschini o Thoré-Bürger), importanti e necessari, come il cacio sui maccheroni.