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Leonardo Piccinini

Utopia museale

E se rinunciassimo ai biglietti?

Tra i quotidiani bollettini di sventure del nostro mondo covid, mi ha colpito in particolare un dato, riportato da molti organi di stampa: al calo del 75% dei visitatori nei musei statali rispetto all’anno precedente è corrisposto un pesante calo degli incassi. 60 milioni di euro nel 2020 rispetto ai 240 del 2019.

Dunque gli Uffizi, il Colosseo, il Museo Egizio...e tante altre meraviglie, in tempi di pace pandemica fruttavano alle casse dello Stato SOLO 240 milioni! Tale cifra risulta al netto del 20/30 per cento dell’incasso totale, destinato ai concessionari privati che gestiscono le biglietterie. Una cifra ridicola, se si pensa che – altri meglio di me hanno già analizzato questo rapporto – corrisponde a quanto lo Stato italiano spende in due giorni di spesa militare!

E se rinunciassimo ai biglietti?

Annoso dibattito, quello sulla gratuità dei musei. Io amo il sistema anglosassone, che protegge il taxpayer, il cittadino che con le sue tasse già contribuisce a mantenere le strutture pubbliche. Amo dare appuntamenti tra le sale della Wallace Collection o del British Museum, tutti aperti gratuitamente al pubblico, nello stesso modo in cui adoro frequentare le biblioteche civiche o statali di ogni città e spero di essere curato più tardi possibile negli ospedali pubblici. Mi dispiaccio di più per gli sprechi della Difesa e per le trentamila (30.000, record mondiale!) auto blu circolanti in Italia (autisti e loro stipendi compresi…).

Basterebbe eliminare il biglietto per avere cittadini consapevoli del proprio patrimonio museale e artistico, in osservanza del testo costituzionale (“la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura”)? Assolutamente no, ma proprio per questo la scommessa sarebbe bellissima: spiegare ai più che al museo non si va come in Bande à part di Godard, cioè di corsa. Ma, allo stesso modo in cui si sceglie un libro in biblioteca e lo si consulta, al museo si osserva, si studia un dipinto alla volta. Aiutati dagli eccellenti siti e banche dati di cui si sono dotati molti istituti in anni recenti.

È utopia la mia? O, come avrebbe detto Adriano Olivetti, utopia concreta?