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Leonardo Piccinini

Sala del…?

La cosiddetta Sala del Grechetto di Palazzo Sormani forse non cambierà mai il proprio nome, anche se è ormai certo che l’autore della mirabolante serie di ventitrè tele non è il celeberrimo artista genovese.

E’ uno dei miei primi ricordi milanesi, un luogo nel quale anche l’oratore più dotato fa fatica a richiamare l’attenzione del pubblico, distratto da tanta fauna dipinta…

La cosiddetta Sala del Grechetto di Palazzo Sormani forse non cambierà mai il proprio nome, anche se è ormai certo che l’autore della mirabolante serie di ventitrè tele non è il celeberrimo artista genovese. Numerosi studi e un’attenzione davvero eccezionale negli ultimi anni per questo ciclo dipinto portano in tutt’altra direzione. Ricordiamo la mostra del 2019 di Agosti e Stoppa a Palazzo Reale, con il magnifico intervento di Margherita Palli (gli animali impagliati del Museo di Storia Naturale !), il libro di Alessandro Morandotti e, da poco uscito per i tipi di Grafiche Step editrice, Carl Borromäus Andreas Ruthart. Un pittore mitteleuropeo fra Milano, Venezia, Firenze, Roma, L’Aquila e Napoli, a cura di Gianluca e Ulisse Bocchi.

“Una ricerca da detective. Era il 1998 quando, presentando due inedite tele della stessa mano del misterioso Pittore di Palazzo Lonati Verri provenienti da una raccolta aristocratica milanese, avanzammo per la prima volta l’ipotesi attributiva di Ruthart come autore del cosiddetto ciclo del Grechetto” commenta Gianluca Bocchi.

Ruthart, nato a Danzica nel 1630, “raggiunse la fama nei territori dell’impero asburgico nel settimo decennio del XVII secolo ma passò gran parte della sua esistenza in Italia frequentandone i principali centri artistici prima e dopo aver vestito la tonaca di frate celestino”.

Il volume, riccamente illustrato, rende conto dei legami con gli altri artisti impegnati nella decorazione del ciclo (le cui tele sono ora in restauro), e delle corrispondenze con opere coeve: bello il confronto, tra gli altri, dell’opera di Jacobus Victor, animalista olandese ancora agli esordi, con il celeberrimo Cigno minacciato del Rijksmuseum di Amsterdam, dipinto da Jan Asseljin intorno al 1650.