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Simone Facchinetti

Libri sotto l’albero

Ginzburgmania

Ogni occasione è buona per leggere i libri di Carlo Ginzburg, anche il Natale. È probabile che molti di voi li conosceranno già, almeno i titoli più celebri. Nessun problema. Negli ultimi anni l’infaticabile autore (che risiede a Bologna, quando non è in giro per il mondo per qualche conferenza) ha ripubblicato diversi suoi saggi. Ogni volta ha aggiunto una prefazione, una postfazione, un commento, una postilla. Non parole di circostanza, al contrario, fondamentali tasselli di una ricerca in corso. La capacità di Ginzburg di storicizzarsi è qualcosa che ha dello straordinario. Chi è rimasto abbagliato dalla “Storia notturna. Una decifrazione del Sabba” non potrà fare a meno di godere come un riccio accarezzando le pagine della riedizione Adelphi. Il piacere tattile è imparagonabile a quello procurato dalla lettura di “Medaglie e conchiglie. Ancora su morfologia e storia”, il denso saggio che arricchisce e chiude il volume. Anche la casa editrice Quodlibet ha avuto l’intuizione di ristampare Ginzburg e pure in questo caso l’autore ha messo una ciliegina sulla torta: “Occhiacci di legno” è stato integrato con “Schemi, preconcetti, esperimenti a doppio cieco. Riflessioni di uno storico”. Poi, certo, “Il formaggio e i vermi” e i “Benandanti” (sempre da Adelphi); “Giochi di pazienza” (con Adriano Prosperi) e “Il giudice e lo storico” (ancora da Quodlibet). Per concludere due titoli apparentemente estravaganti: “Centro e periferia” (Officina Libraria) scritto con Enrico Castelnuovo (in cui Ginzburg ricorda l’appassionante lavoro a quattro mani condotto con l’amico scomparso); e “Streghe, sciamani, visionari” a cura di Cora Presezzi (Viella), dove sono raccolti i frutti di un seminario dell’Università di Roma La Sapienza dedicato a “Storia notturna”. Anche qui Ginzburg ci ha messo lo zampino, regalandoci il saggio “Viaggiare in spirito, dal Friuli alla Siberia”. Ho dimenticato, appositamente, diversi titoli solo per il piacere di farveli scoprire.