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Leonardo Piccinini

Xanadu a Brescia

Fondazione Zani, il luogo delle sorprese

Fu Carlo Orsi, alcuni anni fa, a suggerirmi una visita memorabile: il mitico Franco De Ruvo stava restaurando due monumenti del gusto neoclassico. I grandi comò Sola Busca, i più importanti mobili di Giuseppe Maggiolini. Qualche giorno fa, con Walter Padovani, Marco Riccomini e Barbara Notaro Dietrich, li ho ritrovati in un luogo singolare, una sorta di San Simeon Castle del bresciano, la casa di Paolo Zani, un imprenditore la cui passione era pari solo alla riservatezza. Zani è scomparso nel 2018: “tre anni prima, terrorizzato che questa incredibile collezione raccolta in decenni potesse essere alienata, decise di creare una fondazione” racconta Massimiliano Capella, entusiasta direttore della Fondazione Paolo e Carolina Zani.


"Nella villa di Cellatica si può trovare veramente di tutto: dipinti di Francesco Guardi, mobili appartenuti a grandi casate di mezzo mondo, lussuose rarità che valgono il viaggio."


Nella villa di Cellatica si può trovare veramente di tutto: dipinti di Francesco Guardi, mobili appartenuti a grandi casate di mezzo mondo, lussuose rarità che valgono il viaggio. Utilissimo vademecum il volume, edito da Electa, Abitare l’arte, con foto di Massimo Listri, saggi di Capella e di Alvar Gonzàlez-Palacios, che non aveva mai conosciuto Zani “e nel 2018, pochi mesi prima dell’improvvisa morte di Paolo, venne a visitare la collezione restandone molto colpito. Riconosceva tanti oggetti e arredi studiati lungo tutta la sua vita di specialista” racconta ancora Capella. Opere di grande importanza come il magnifico tavolo ottagonale in commesso di pietre dure, eseguito a Firenze a fine ‘600 e finito a Wrotham, la casa immortalata da Altman in Gosford Park.


"Opere di grande importanza come il magnifico tavolo ottagonale in commesso di pietre dure, eseguito a Firenze a fine ‘600 e finito a Wrotham, la casa immortalata da Altman in Gosford Park."


Chi scrive non dimentica i due sgabelli realizzati per Maria Luigia, provenienti dalla Sala del Trono di Palazzo Ducale a Parma (come nell’acquerello di Giuseppe Naudin del Museo Glauco Lombardi)…ma quali iniziative, quale futuro per la Fondazione? “Zani non voleva un museo statico, ed è quello che cerchiamo di fare. Fino al 25 ottobre è esposto un dipinto di Giovanni Lanfranco, la Cleopatra, proveniente da una collezione privata, che ha una storia singolare ed emozionante. Fu donato a Marco Marazzoli, compositore e virtuoso d’arpa al servizio della famiglia Barberini. Marazzoli vi si ispirò per una cantata il cui manoscritto ho ritrovato nel Fondo Chigi della Biblioteca Vaticana. Il controtenore di fama mondiale Raffaele Pe le ha ridato voce lo scorso 19 settembre in un concerto tenuto qui in Fondazione. Stiamo per realizzare un auditorium da 99 posti, ideale per convegni, concerti, conferenze. Dialoghi con opere ospiti, un nuovo spazio per piccole mostre dossier, percorsi nel giardino…”