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Luca Verdone*

ALBERTO SORDI COLLEZIONISTA D’ANTIQUARIATO

Aveva un occhio di riguardo per uno stile più vicino al passato glorioso dell’Arte Italiana,ma non trascurava i grandi artisti del Novecento.

La frequentazione degli antiquari da parte di Alberto Sordi risale agli anni Trenta ,quando da ragazzo si recava nel negozio Apolloni a via del Babuino. Si era proposto al noto antiquario romano come apprendista della professione,desideroso di raggiungere il grado di conoscitore degli oggetti d’antiquariato di pregio. Era il periodo in cui Alberto faceva di tutto per farsi notare a Cinecittà come attore e gli impegni talvolta lo portavano a trascurare la bottega di Apolloni,ma ciò non gli impedì di nutrire la passione per gli oggetti di valore nell’arco della sua vita. I manufatti di terracotta,le ceramiche dipinte,i quadri a olio,i cammei di marmo e stucco,le sculture,gli stucchi dipinti,rispondono a un gusto preciso,che Alberto maturò da ragazzo. Molti di questi gli furono venduti da Fabrizio Apolloni con il quale ebbe per molti anni un rapporto di amicizia. Altre opere provenivano da antiquari che operavano in Piemonte,in Lombardia e nel Veneto.

I secoli di cui Sordi fu un grande estimatore,in relazione agli acquisti di oggetti che arredavano la sua casa, sono senza dubbio il Seicento,il Settecento e l’Ottocento. Già dall’ingresso si può notare come la loro combinazione sia effettuata con garbo,e con buon gusto. Le poltrone stile Luigi XV dell’Ottocento con tessuto e legno modanato si armonizzano alla serie di sei dipinti con “Figure maschili e femminili in costume orientale” del Settecento.Nell’anti salone campeggiano “I Cavalieri nel paesaggio” di Giorgio De Chirico,dipinto alla metà degli anni Cinquanta, e il ritratto di Sordi del 1995 di Rinaldo Geleng. La loro collocazione si accorda magnificamente all’architettura e all’arredamento immaginato da Clemente Busiri Vici per la Villa che negli Anni Venti appartenne a Chiavolini,il segretario personale di Benito Mussolini.


"Il gusto per l’oggetto raffinato si alterna con quello per le curiosità bizzarre. Salendo lo scalone che porta allo studio del primo piano,una divertente serie di 35 ceramiche dipinte del Novecento,raffigurante specie di uccelli da tutto il mondo,ci riporta al senso gioioso della vita che aveva Sordi."


Il salone ha oggetti di pregio: tre terracotte di Bartolomeo Pinelli,raffiguranti una “Coppia di pastori con bambino”,una “Coppia di giovani con strumento musicale”,e una “Rissa” datati al 1831. Sordi manifesta in queste scelte una chiara predilezione per oggetti d’Antiquariato di altissimo livello piuttosto che per l’Arte Contemporanea,che nella sua Villa è rappresentata solo da tre splendidi quadri di Giorgio De Chirico,che,oltre a quello già citato,comprende un “Trovatore” e una “Ettore e Andromaca” oggi in custodia alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna,risalenti alla metà degli Anni Cinquanta. Ad essi si aggiunge un bellissimo”Vaso con fiori” di Filippo De Pisis,della prima metà del Novecento. Dunque l’occhio di Sordi si rivolge alle atmosfere del passato più che al suo presente e non mancano cassettoni di pregio di scuola ferrarese del Settecento,di legno intarsiato,o un orologio a pendolo dell’Ottocento. In un angolo del salone vi sono due bellissime “Nature morte”,una di scuola lombarda del Seicento,l’altra di scuola napoletana della stessa epoca . Il gusto per l’oggetto raffinato si alterna con quello per le curiosità bizzarre. Salendo lo scalone che porta allo studio del primo piano,una divertente serie di 35 ceramiche dipinte del Novecento,raffigurante specie di uccelli da tutto il mondo,ci riporta al senso gioioso della vita che aveva Sordi. Gli uccelli sono collocati su mensole montate in ordine sparso sulla parete: un inaspettato siparietto teatrale. La sala da pranzo al primo piano accoglie grandi “Paesaggi con figure” di Joseph Claude Vernet,una zuppiera splendida di Giuseppe Valadier in argento sbalzato e cesellato che era ben in vista nella tavola a cui si sedevano non di rado cardinali della Chiesa romana, Federico Fellini,Monica Vitti,Dino De Laurentiis.


La passione di Sordi per i dipinti settecenteschi dal soggetto teatrale si conferma in due bellissime tele di Gian Domenico Ferretti che rappresentano “Arlecchino che ritrae una gentildonna” e “Arlecchino con gentiluomo”.


La passione di Sordi per i dipinti settecenteschi dal soggetto teatrale si conferma in due bellissime tele di Gian Domenico Ferretti che rappresentano “Arlecchino che ritrae una gentildonna” e “Arlecchino con gentiluomo”. Sono due opere tra le più raffinate del pittore fiorentino della seconda metà del Settecento,che riportano sulla tela la sua maniera affine a Giuseppe Maria Crespi.Nello studio si nota anche una serie di otto rarissimi cammei con “Ritratti di imperatori romani” in marmo e stucco risalenti alla fine del Seicento. Il soggetto teatrale trionfa anche nella camera da letto:”Un contratto matrimoniale “ di Scuola lombardo-veneta del Settecento mi ha ricordato la celebre Compagnia di comici dell’Arte, “I Gelosi”,e “Una coppia di Arlecchini” raffigurati nel “vivo” di una loro improvvisazione teatrale. Sopra al letto una “Madonna con Bambino,San Gioacchino e Santa Anna” di Scuola Bolognese della fine del Seicento e un “Cassettone di scuola genovese del Settecento” impreziosiscono l’ambiente privato di Alberto al quale era ammesso solo il personale di servizio e la sorella. Vi sono molti altri oggetti che meritano una accurata descrizione ma vorrei porre in risalto lo straordinario teatro,decorato da sette splendide statue di ceramica dipinta di Andrea Spadini,realizzate tra gli Anni Sessanta e Settanta,tra i capolavori di questo artista, che raffigurano le “Allegorie delle Arti”. Un velario con due straordinarie figure di Gino Severini sono l’ultimo tributo di Sordi all’ Arte del Novecento che solo in pochi esempi di altissimo livello appare nell’arredamento della casa Museo. Potremmo concludere che Sordi aveva un occhio di riguardo per uno stile più vicino al passato glorioso dell’Arte Italiana,ma non trascurava i grandi artisti del Novecento.


*Regista, Direttore artistico della Fondazione Museo Alberto Sordi, componente della Giuria del Premio “Lorenzo d’Oro” della Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze.