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Simone Facchinetti

Dispiaceri e svantaggi delle mostre (online)

Sommesso lamento per Gemito.

Le iniziative espositive hanno più o meno successo grazie a una moltitudine di fattori concomitanti. Non basta la qualità del progetto scientifico a decretarne la fortuna (anche se sarà alla base di quella postuma). Buona stampa, pubblicità, passaparola, sono ingredienti necessari ad attirare il pubblico. Anche i siti web, ovviamente, contribuiscono alla riuscita dell’impresa. Di questi tempi in cui le mostre sono ancora chiuse è tutto ciò che ci è rimasto, perciò, affiorano con più evidenza le debolezze del sistema.


"Un esempio virtuoso è quello dell’irripetibile esposizione di Raffaello alle Scuderie del Quirinale: video girati direttamente nelle sale espositive, spiegazioni chiare ed efficaci, approfondimenti condotti dai curatori della mostra."


Un esempio virtuoso è quello dell’irripetibile esposizione di Raffaello alle Scuderie del Quirinale: video girati direttamente nelle sale espositive, spiegazioni chiare ed efficaci, approfondimenti condotti dai curatori della mostra. Meno riuscito, mi sembra, il lavoro fatto da Capodimonte in occasione dell’esposizione dedicata a Vincenzo Gemito. Non è nel nostro stile sparare sulla croce rossa, tanto più in tempi di pandemia. Vorremmo solo registrare che un video non può essere fatto solo di poesia visiva, di zoomate avanti e indietro sulle opere (o, peggio ancora, sulle foto delle opere), di testi presi di sana pianta dai pannelli di sala, senza un minimo lavoro di regia. Avendo visto la bellissima mostra al Petit Palais di Parigi (prima tappa di quella napoletana) possiamo solo dire che i contenuti caricati sul web non le rendono giustizia, in nessun modo. Faccio solo un esempio: chi è in grado di leggere le informazioni che introducono le sezioni (non dico di capirle o meditarle); scorrono troppo veloci sullo schermo. Sembra di vedere le comiche, ai tempi del cinema muto.