notizia

Marco Riccòmini

Colazione da Tiffany

Non si può comprare un oggetto di valore guardandolo solo ‘dalla vetrina’. E la bottega torna così ad essere il luogo dove «nothing very bad could happen to you there»

Molti di voi si staranno chiedendo quale futuro li attende, ora che si riapre. «Riapertura? Il termine è in qualche modo fuorviante, perché a dire il vero stiamo lavorando attivamente anche in questo periodo». Vi interrompo prima che pensiate male. Le parole escono dalla bocca del Chief Executive Officer di Sotheby’s. Che ci informa di come, da marzo, la casa d’asta d’oltremanica abbia battuto 37 aste online per quasi $70 milioni di realizzo. «In un mondo di auto-isolamento – prosegue Charles F. Stewart – stiamo assistendo a un maggiore coinvolgimento dei collezionisti».


"Perché se, una volta scartato l’acquisto, rimanessero delusi, ingannati da una bella fotografia, non potrebbero tornare indietro."


Beati loro, commenterete. Io direi, piuttosto: poveri loro. Non quelli di Bond Street, sia chiaro, bensì i collezionisti. Perché se, una volta scartato l’acquisto, rimanessero delusi, ingannati da una bella fotografia, non potrebbero tornare indietro. E dovrebbero fidarsi solo degli occhi del banditore, spesso fallaci (e ho la patente per poterlo affermare). Quindi, se vestissi i panni d’un cliente, oggi più che mai, cercherei il vis-à-vis con l’antiquario di fiducia, a ‘distanza di sicurezza’. Per poter toccare con mano (guantata, ça va sans dire) l’oggetto dei propri desideri, soppesando anche nel tempo l’acquisto e il suo saldo. Tutte cose che, online, non si possono fare. Non si può comprare un oggetto di valore guardandolo solo ‘dalla vetrina’. E la bottega torna così ad essere il luogo dove «nothing very bad could happen to you there» (non può capitarti niente di brutto là dentro), come diceva Audrey Hepburn nel ruolo di Holly Golightly nel celebre film diretto da Blake Edwards (1961).