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Marco Riccòmini

Smart Art

Passare il messaggio che una visita si possa sostituire con un tour virtuale, specie alle orecchie dei più giovani, è sbagliato.

«Visitare i musei rimanendo a casa. Durante l’isolamento anche l’arte è smart», titola un quotidiano nazionale (‘Il Corriere della Sera’, 15 marzo 2020). Grazie ai tour virtuali, al tempo della quarantena si possono ‘visitare’ molti musei. Evviva, verrebbe da esultare? Neanche per sogno. Già non brilliamo per numero di visitatori. Alzi la mano chi di voi, vivendo a Milano, ha visitato Brera dall’inizio dell’anno. Ecco, appunto. Per non dire di quelli che, a differenza di noi, si occupano di tutt’altro.


"L’arte figurativa va sempre vista dal vero, perché i dipinti, prima d’essere opere d’arte, sono oggetti, con una materia fatta di spessore, forma, e colore che cambia con la luce del giorno, che nessuna riproduzione digitale potrà mai restituire"


Ogni volta che sono uscito dai percorsi obbligati dei grandi musei, mi sono ritrovato in sale deserte, e non solo nei paesi di provincia (penso, ad esempio, alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, una delle raccolte di dipinti barocchi più importanti d’Italia). Così, passare il messaggio che una visita si possa sostituire con un tour virtuale, specie alle orecchie dei più giovani, è sbagliato. L’arte figurativa va sempre vista dal vero, perché i dipinti, prima d’essere opere d’arte, sono oggetti, con una materia fatta di spessore, forma, e colore che cambia con la luce del giorno, che nessuna riproduzione digitale potrà mai restituire. Quel che si può consigliare, invece, a chi resta a casa col desiderio di visitare la Pinacoteca di Brera, per dire, è di leggere. Leggere? Se vi piace Il Bacio, ad esempio, provate a leggervi le Memorie di Hayez, il suo autore. Quando lo rivedrete, capirete molte cose. Sono gratuitamente online.