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di Marco Riccòmini

ME NE FREGO

Talvolta, a orecchie vergini, cover di pezzi del passato suonano nuove.

Al palato di un adolescente il ‘passato’ ha, generalmente, il sapore di una medicina amara. Ed è così da sempre. Chi vi scrive, a quell’età, partiva per lunghi e perigliosi viaggi in altri continenti, solo per la voglia di ‘rompere’ con la generazione dei nostri padri (ossia col ‘passato’), che viaggiava poco, o andava poco lontano. La stessa voglia di stupire che oggi, magari, spinge gli adolescenti e i loro idoli verso i lidi di una sessualità ambigua e ostentata. A chi si rivolge un rapper che, a cominciare dalla sua stessa persona, esibisce una voglia di ‘rottura’? A quale pubblico pensa il suo ‘ufficio marketing’ quando pianifica la sua immagine? Me lo chiedo dopo aver visto il video del brano Me ne frego, presentato da poco a Sanremo. A sorprendere, infatti, non è tanto il testo della canzone, quanto il videoclip che la promuove.


"Perché l’immagine che si è scelta – del performer adagiato, nudo ed esangue, sulle ginocchia d’una donna mesta e velata – è ricalcata dal celeberrimo marmo del Buonarroti in San Pietro a Roma."


Perché l’immagine che si è scelta – del performer adagiato, nudo ed esangue, sulle ginocchia d’una donna mesta e velata – è ricalcata dal celeberrimo marmo del Buonarroti in San Pietro a Roma. E non ha molta importanza se, magari, la mediazione è passata dalla ‘Deposizione’ di Michael Jackson ideata da David LaChapelle nel 2009. Quel che sorprende è che, per accompagnare un brano musicale che si vuole di ‘rottura’, si sia scelta una composizione iconica, che se fosse tradotta in musica non potrebbe che essere ‘classica’. Chissà se i fan di Achille Lauro colgono l’omaggio. Talvolta, a orecchie vergini, cover di pezzi del passato suonano nuove. Teniamolo a mente la prossima volta che esitiamo a presentare una copia dall’antico.