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di Leonardo Piccinini

ITALIA EBRAICA

Millenni di meraviglie in mostra

Non lascia indifferenti. Anzi, viene già voglia di tornare a vederlo. L’incredibile Aron Ha-Qodesh, l’armadio sacro più antico al mondo, dopo un impeccabile restauro finanziato da Alessandro Treves, è ancora per pochi giorni (fino al 22 settembre) a Ferrara presso il MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah), esposto alla mostra Il Rinascimento parla ebraico, intelligente percorso tra opere più o meno note, ma tutte di altissima qualità. Ma è soprattutto questo straordinario armadio, intagliato e intarsiato in uno stile prossimo a quello di Cristoforo da Lendinara, solitamente esposto presso il Musée d'Art et d'Histoire du Judaïsme (e appartenente al Musée de Cluny) di Parigi, consacrato nel 1472 e donato da Elhanan Refa’el ben Dani’el alla sinagoga di Modena, a testimoniare il livello artistico della committenza ebraica, in questo caso nel ducato di Ercole I d’Este.
Si avvicina la giornata europea della cultura ebraica (15 settembre) e una visita al museo ferrarese, ricavato dal complesso delle ex carceri dismesse nel ’92, è il miglior vademecum possibile alla storia ricca (e travagliata) di duemila anni di civiltà ebraica italiana. Molto utile pure la lettura del volume di Sergio Luzzatto Un popolo come gli altri. Gli ebrei, l’eccezione, la storia (Donzelli), l’originale, denso, mai banale punto di vista di uno dei più intelligenti storici italiani.
Tutti i colori dell’Italia ebraica. Tessuti preziosi dal Tempio di Gerusalemme al al prêt-à-porter, agli Uffizi fino al 27 ottobre, racconta invece, in centoquaranta opere, la familiarità con il tessile, nata con gli editti di Paolo IV, che nel 1555 ridusse il commercio ebraico alla rivendita dell’usato. E tra la spettacolare tenda, la parokhet, ottomana prestata dal Museo della Padova Ebraica, e le creazioni del Novecento (da Lele Luzzati a Roberta di Camerino), il visitatore ha la magica possibilità di immergersi in un vero e proprio caleidoscopio di colori.