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di Leonardo Piccinini

INCURABILI, DI NOME E DI FATTO (?)

Il divieto di trasporto della tela di Caravaggio dal Pio Monte a Capodimonte negli stessi giorni in cui crollavano le chiese, rappresenta oltre ogni evidenza la grottesca situazione di cui è vittima il nostro sistema di tutela.

Scriveva, più di un secolo e mezzo fa, l’intrepida Jessie White Mario, giunta a Napoli nella carrozza di Garibaldi, della visita al complesso degli Incurabili: “Sudiceria, l’aria mefitica, la polvere nauseante che si solleva dai pavimenti, i buchi senza scolo che servono per cessi, lo squallore e luridezza”…
Ricordo, nella visita di qualche anno fa agli Incurabili, di aver provato sensazioni simili nel constatare la decadenza di un edificio monumentale di quell’importanza: nel cuore di una delle città più cariche di storia dell’Occidente, in una nazione tra le più ricche al mondo, chiese abbandonate, pavimenti crollanti, sporcizia e degrado ovunque. Ed è di pochi giorni fa la notizia del cedimento della navata di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, franata sul garage (!!) sottostante. Lesioni e crepe si sono aperte persino nel bellissimo pavimento maiolicato della Farmacia, meraviglia di metà ‘700 che aveva (miracolosamente) resistito fino a oggi. Messe in salvo le centinaia di vasi maiolicati di Donato Massa, si è ora aperto il dibattito sul tipo di intervento, sui fondi da trovare, sulle colpe che nessuno in Italia è mai disposto ad attribuirsi.

Si dirà: a Napoli…! E invece no: la gestione del patrimonio, pubblico e privato, proprio a Napoli è in grado di raggiungere livelli di eccellenza, basti pensare all’impeccabile situazione della Cappella Sansevero o agli sforzi di valorizzazione del Museo Archeologico (Canova e l’Antico, fino al 30 giugno) e di Capodimonte (Caravaggio Napoli, fino al 14 luglio). Purchè non intervengano fattori di disturbo esterni: il comico divieto di trasporto della tela di Caravaggio dal Pio Monte a Capodimonte (nella stessa mostra che presenta opere da Rouen, Londra, Madrid…), negli stessi giorni in cui crollavano le chiese, rappresenta oltre ogni evidenza la grottesca situazione di cui è vittima il nostro sistema di tutela. Mi piace a questo proposito riproporre qui l’eccellente articolo di Vittorio del Tufo (Le chiese che crollano mentre si litiga su Caravaggio) apparso sul Mattino di Napoli.