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di Marco Riccòmini

APESHIT

Qual è il nesso, vi domanderete: i quadri antichi? Risposta esatta. Quali apice di una scalata sociale.

Nel clip di Apeshit («inc***ato come una scimmia») diretto da Ricky Saiz e tratto dell’album Everything Is Love, Beyoncé e Jay Z, ancheggiano tra ali di ballerine nelle sale del Louvre. «White artists, white subjects … black faces» (Elias Leight, How Beyonce and Jay-Z Defy Western Art Tradition in 'Apeshit' Video, Rolling Stone, 17 giugno 2018), ed è vero che quando “the Carters”, in mise lei fucsia lui verde pastello, si fanno riprendere di fronte alla Monna Lisa questa risulta «the least interesting thing in the frame» (ossia, nessuno se la fila). 

Dalla stessa parte dell’oceano, sulla rete HBO è cominciato lo «scintillating drama» (The Wall Street Journal) Succession. Take What’s Yours, ideato da Jesse Armstrong. La locandina della serie televisiva mostra i protagonisti riuniti in un salotto; alle loro spalle è appesa la Caccia alla tigre di Rubens (l’originale sta al Musée des Beaux-Arts di Rennes). Qual è il nesso, vi domanderete: i quadri antichi? Risposta esatta. Quali apice di una scalata sociale. Sia per i wasp della saga americana sia per i nuovi ricchi, i cui contrasti cromatici (non solo white/black) stridono volutamente agli occhi (e alle orecchie) della vecchia guardia europea. Il video lo ha prodotto la Iconoclast Films, e fa sorridere perché non abbiamo visto nulla di meno iconoclasta nella cultura pop degli ultimi anni, ché anziché «distruggere le immagini sacre» le eleva a modello (d’arredo). Con oltre 30 milioni di visualizzazioni su YouTube vedo già il sorriso sui volti degli antique dealers.