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di Alessandro Wegher / InOpera

I dossali di Pietro Morando

Scultura lignea barocca sull'isola di Murano

In laguna alcuni tesori si nascondono, insinuati ben al di fuori dei consueti itinerari di visita. E’ così per l'unica opera superstite di uno dei più interessanti e meno noti intagliatori del Barocco veneziano: i dossali intagliati e scolpiti di Pietro Morando.

Essi furono eseguiti intorno agli anni Sessanta del XVII secolo per la Sala dell’Albergo della chiesa di San Giovanni Battista dei Battuti, sull’isola di Murano. La sala è descritta per la prima volta da Matteo Fanello nel 1797:

Tutta dal mezzo in giù circondata da un intaglio raro e di sommo pregio formato nella semplice noce in cui rappresentasi al vivo in lavoro di rilievi tutta la vita di San Giovanni Battista, e i più rinomati personaggi dell'antichità greca e romana… al naturale scolpiti in mezza figura fra i colonnami d'intorno posti per la separazione de' fatti del Santo: opera che in ogni tempo servì d'ammirazione ai più celebri artefici d'Italia ed altre parti d'Europa”.

Nel 1806 le truppe italo francesi ordinarono però la soppressione della chiesa di San Giovanni Battista, e il 1837 vide lo smantellamento della stessa con la conseguente dispersione di opere e arredi. I dossali furono smontati e adattati alla sagrestia della vicina chiesa di San Pietro Martire dove ancora oggi si conservano.

Il complesso scultoreo si sviluppa attorno ai venti riquadri con le principali storie del Battista eseguite a bassorilievo, tutte inscenate in ambientazioni naturalistiche o in interni che paiono piccoli teatri dalle prospettive impossibili. I pannelli sono racchiusi entro ricche cornici eseguite a fitto intaglio dove mascheroni mostruosi coronano girali abitati da animali e putti danzanti.

I veri protagonisti del monumentale complesso scultoreo sono però gli imponenti telamoni, chiamati a scandire le scene della vita di San Giovanni Battista. Re, imperatori e filosofi della classicità greca e romana, personaggi della mitologia e le personificazioni delle quattro stagioni, iconografie tratte dal repertorio di Cesare Ripa, emergono in un altorilievo dalla grande forza espressiva.

I dossali per la Scuola dei Battuti sono collocabili negli anni immediatamente successivi al capolavoro ultimato da Francesco Pianta per la Scuola Grande di San Rocco a Venezia. Stile, composizione e intaglio parlano la stessa lingua. Pietro Morando non raggiunge gli alti vertici (e la follia) del Pianta ma ne coglie perfettamente i modi riuscendo a conferire alla sua opera un grande impatto visivo.

Uscendo dalla luce fioca della piccola sagrestia che custodisce oggi gli intagli di Morando, nella stessa chiesa di San Pietro Martire è possibile vedere entro una cornice intagliata e dorata di tipo Sansovino uno dei capolavori di Giovanni Bellini: la sacra conversazione eseguita nel 1488 per il doge Agostino Barbarigo.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE


A. M. Spiazzi, Scultura lignea barocca nel Veneto, Cinisello Balsamo 1997

C. Alberici, Il mobile Veneto, Milano 1980

M. Fanello, Notizie istorico geografiche di Murano, Venezia 1797


 

Testo a cura di InOpera

InOpera è un gruppo di giovani storici dell’arte che “per necessità e per caso” si sono ritrovati attorno al progetto comune di  una rivista di studi dedicata a quell’immenso patrimonio artistico d’inestimabile valore che sono le arti storicamente chiamate “minori”. Trattare le arti decorative nel solco della tradizione storiografica artistica novecentesca permette il dischiudersi di percorsi di studio in territori, soprattutto in Italia,  ancora oggi quasi del tutto inesplorati.