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di Leonardo Piccinini

AUTUNNO IN GALLERIA

Bernini, il disegno, l’Emilia

Doveva piacere molto al committente, papa Clemente IX Rospigliosi, librettista e rinnovatore del melodramma, la straordinaria, scenografica operazione di restyling che il genio della Roma di allora, Gian Lorenzo Bernini, condusse sull’antico “pons Aelius”: collegamento tra la riva sinistra del Tevere e il mausoleo di Adriano (poi Castel Sant’Angelo), il ponte Sant’Angelo è tutt’oggi uno dei simboli del barocco romano, parata di dieci statue di angeli scolpite da allievi e seguaci di Bernini che ne diresse l’esecuzione. Un suo inedito disegno preparatorio per l’Angelo con la Croce (26x18 cm) già nella collezione del compianto Giuliano Briganti, è ora esposto fino alla  fine di novembre presso la galleria romana Antonacci Lapiccirella, e sarà presentato sabato 12 novembre alle ore 18 presso il Palazzo Chigi di Ariccia, luogo carico di memorie berniniane, dal conservatore del Museo del Barocco romano Francesco Petrucci.

Di disegno in disegno: a Bologna, nella galleria di Maurizio Nobile, vale il viaggio Fogli barocchi: disegni bolognesi tra Seicento e Settecento (fino al 23 dicembre). Curata da Marco Riccomini, la mostra presenta una trentina di disegni antichi dei principali artisti che fecero grande la pittura bolognese. Del sommo Guercino è esposto un impressionante disegno di vecchio a mezzo busto, di Marcantonio Franceschini il Trionfo di Flora e Zefiro preparatorio per un’opera commissionata dai Liechtenstein a fine ‘600. Ma non mancano tutti i grandi nomi prediletti dalla storia dell’arte, dai Gandolfi a Felice Giani…

A pochi passi, tra piazze e vicoli di una Bologna medievale ed eterna, fino a Natale da Tiziana Sassoli di Fondantico il consueto appuntamento (Incontro con la Pittura, n.24) a cura di Daniele Benati con il meglio della pittura emiliana: basti ricordare una Lucrezia di Guido Reni già ad Osterley Park, cinque grandi e splendidi fogli di gusto neoclassico di Felice Giani, studiati da Anna Ottani Cavina, un fastoso Ritratto di dama con un copricapo alla turca del milanese Giuseppe Molteni, proveniente da una famiglia bolognese.