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di Damiano Lapiccirella e Francesca Antonacci

Biennale des Antiquaires 2016

La mostra parigina vista dagli espositori

Allorchè, nel 1959, Firenze inventò la prima mostra dell’antiquariato a Palazzo Strozzi, i francesi subito capirono l’importanza dell’evento e diedero luogo, in alternanza con Firenze, ad una grande mostra nel magnifico spazio del Grand Palais; per anni, nel mondo, le due grandi mostre dell’antiquariato si sono svolte a Firenze e Parigi.
Da allora ne è passata d’acqua sotto l’Arno e la Senna; la nostra mostra di Palazzo Strozzi si è spostata nel meraviglioso Palazzo Corsini incrementando e mantenendo, anzi accrescendo il suo prestigio, mentre Parigi, travolta dal desiderio di rinnovarsi aveva perso la sua vera identità trasformandosi nel tempo in una grande mostra dell’alta gioielleria.
Quest’anno il Syndicat National des Antiquaires ha voluto riprendere lo scettro in mano, escludendo gran parte dell’alta gioielleria ed invitando antiquari di prestigio, facendo confluire alla mostra gli espositori del Paris Tableau. Ed il sindacato ha avuto ragione! Diciamo pure che ha vinto la sua scommessa.


"Oggi La Biennale des Antiquaires, pur bisognosa di alcune indispensabili migliorie, è tornata ad essere la grande mostra che era, nella quale trovare la pittura antica fino al primo Novecento, arredi di stupefacente prestigio, scultura antica e moderna e oggetti di grande curiosità."


Oggi La Biennale des Antiquaires, pur bisognosa di alcune indispensabili migliorie, è tornata ad essere la grande mostra che era, nella quale trovare la pittura antica fino al primo Novecento, arredi di stupefacente prestigio, scultura antica e moderna e oggetti di grande curiosità.
Una cornice unica al mondo arredata magistralmente, con ampi corridoi, un percorso molto semplice in cui emergono la fantasia e gli sforzi dei colleghi con allestimenti mai banali, ricchi, unici, importanti, di grandissimo effetto.

La serata del Gala Dinner, illuminata da migliaia di candele che si riflettevano sulla volta a vetri del palazzo illuminata di azzurro, ha dato un tocco di magia, sobrietà ed eleganza; tavoli posizionati davanti agli stand, un pubblico internazionale di alto livello con la presenza di curatori di musei, storici dell’arte e grandi collezionisti. Un vero successo! Dalla serata di gala la mostra è stata presa d’assalto dai collezionisti e appassionati internazionali più attenti e golosi delle novità che la mostra ha saputo offrire; le vendite, tra i 125 espositori che hanno dato fiducia a questa rinascita del Grand Palais, sono state soddisfacenti.


"Dalla serata di gala la mostra è stata presa d’assalto dai collezionisti e appassionati internazionali più attenti e golosi delle novità che la mostra ha saputo offrire; le vendite, tra i 125 espositori che hanno dato fiducia a questa rinascita del Grand Palais, sono state soddisfacenti."


Finalmente abbiamo rivisto una mostra nuova, fresca e brillante ma molto seria dal punto di vista del vetting (e quindi della qualità): nei corridoi gli stand si alternano senza un preciso ordine merceologico, quadri fiamminghi vicini all’alto arredamento francese, la pittura moderna che non sfocia nell’ormai onnipresente contemporaneo e la pittura italiana, di ogni epoca, ben rappresentata non solo dagli antiquari italiani.

In sintesi una mostra da non perdere!