notizia

di Marco Riccòmini

LONDON CALLING

Tanto parlare a Londra del misterioso Santo Vescovo in asta da Bonhams (così che passa in secondo piano il Rubens da record).

«Chi mme piglia pe’ frangesa chi mme piglia pe’ spagnola, ma so’ nata ‘o conte ‘e Mola e metto ‘a coppa a chi vogl’i», cantava la sciantosa Lilì Kangy, e così avrebbe potuto cantare, sotto la luce dei riflettori, anche il vescovo corrucciato (Sant’Ambroeus?) che giorni fa da Bonhams a Londra ha fatto parlare di sé (tra chi lo diceva francese e chi lo diceva spagnolo: lotto 46). Franza o Spagna purché se magna, era il detto, e la casa d’asta di Bond Street ha mangiato con quel quadro (£194.500 contro una stima di £10/15.000) e col San Sebastiano attribuito a Ribera (lotto 9), di cui molti scrutavano torcia e lente alla mano la firma, chiedendosi se fosse vera oppure falsa (ma dal prezzo di aggiudicazione si propenderebbe per la prima delle due: £218.500 contro una stima di £20/30.000).

Di quei due si è parlato a Londra, tra chi si picca di capirne di quadri antichi. Assai meno del mieloso Loth e le figlie di Rubens che pure ha raggiunto il prezzo più alto mai realizzato da un quadro antico presso Christie’s (£44.882,500), in una vendita il cui totale (£68.931,450) ha triplicato quello della storica rivale (£19.693,125) proprio grazie al prodigioso esito dell’anversese. Eppure, per strada e nelle hall degli alberghi, nessuno commentava la sua presunta «psychological complexity» (dal comunicato stampa emesso da King Street); ci si interrogava, piuttosto, sul vescovo misterioso e su quel giovane ossuto trafitto dalle frecce venduti, in confronto, a pochi soldi; e questo sopravvivere ostinato di curiosità attorno all’enigma attributivo scalda il nostro cuore.