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di Leonardo Piccinini

LA FESTA (LONDINESE) DELL’ARTE

BREXIT o REGREXIT, in mostra la storia d’Europa

In attesa di capire bene cosa comporterà la famigerata Brexit per il mercato d’arte su suolo britannico, resta il rammarico per un divorzio tanto invocato quanto deprecato: il 73,8 % di contrari registrato a Cambridge, di poco superiore al 70, 3 di Oxford, due delle capitali del sapere mondiale, sono l’eloquente segnale di un intreccio intellettuale, culturale, artistico che dura da secoli. Un’infinita e complessa diversità di cui sono riflesso le migliaia di opere d’arte in questi giorni esposte a Londra, in una settimana, la London Art Week (fino all’8 luglio), che concentra tanti dei migliori mercanti d’arte d’Europa: uno sforzo collettivo che comprende case d’asta, fiere e gallerie aperte all’unisono.

Partecipano una cinquantina di gallerie d’arte, tra Mayfair e St. James’s, numerose le presenze italiane: è l’occasione per visitare alcune mostre monografiche, come quella su Antonio Joli (1700 - 1777): Views of Italy da Lampronti, Grand Tour nell’opera del noto vedutista modenese; da Trinity Fine Art Carlo Orsi propone due sculture fiorentine d’inizio ‘500 del Maestro dei Bambini Turbolenti, suggestivo nome coniato nella Berlino d’inizio ‘900 (“Meister der unartigen Kinder”) intorno a sculture con putti che si azzuffano del Bode e del V&A; nella stessa sede, Walter Padovani con due rare tele di Louis Ducros (1781) e le cere di Medardo Rosso di Amedeo Porro.

Christie’s festeggia 250 anni da quella prima vendita a Londra, nella sede del Great Rooms in Pall Mall tenuta dal fondatore James Christie, con una mostra su quattrocento anni di storia inglese, da sola (Holbein, Canaletto, Preraffaelliti…) sufficiente a svelare, come un monito, l’intreccio continuo col Continente. A un isolato di distanza, Fabrizio Moretti riunisce collezionisti e studiosi con opere di Antonello da Saliba, Giovanni da Gaeta, un desco da parto del fratello di Masaccio, lo Scheggia; da Maurizio Nobile un olio su carta preparatorio per il capolavoro di Federico Barocci, l’Ultima Cena (1603) del Duomo di Urbino; e tanta Bologna da Tiziana Sassoli, come il Burrini appartenuto a uno dei più illuminati collezionisti del ‘700, l’Elettore Palatino Carlo Teodoro. È possibile acquistare progetti per monumenti celeberrimi: commovente per la memoria del luogo ma di estrema razionalità il disegno del Tempio di Esculapio (1785) da Carlo Virgilio.

Come se non bastasse, per la prima volta da quando è nata (2010) Masterpiece, brillante esposizione di arte, antiquariato e design, coincide nel suo svolgimento con la London Art Week. Presso il Chelsea Royal Hospital, sontuoso riposo dei membri dell’esercito britannico in pensione (molto fotografati durante la recente votazione…) 150 galleristi provenienti da tutto il mondo, anche qui diversi italiani, come Paolo Antonacci che presenta una veduta d’inizio ‘800 di una delle più grandiose e romantiche rovine inglesi, Tintern Abbey, o Alessandra Di Castro che espone con Valerio Turchi sculture del periodo classico, mobili e oggetti d’arte ispirati ai fasti di Roma.
Quanta Europa !