notizia

di Eva Toffali

Alessandro Contini Bonacossi tra le due guerre: Kress e gli altri.

Novità dagli archivi fiorentini e romani (1929-1939).

Il contributo si sofferma sullo sviluppo del rapporto tra Alessandro Contini Bonacossi e la classe dirigente politica italiana nel lasso di tempo compreso tra le due guerre mondiali. La volontà di garantirsi un sicuro appoggio in anni in cui i controlli legislativi si mostravano più insistenti continuò anche in seguito al lascito per gli appartamenti di Paolo III a Castel Sant’Angelo (1928), attraverso una politica di favori appoggiata ed enfatizzata dalla “categoria” degli antiquari.

La necessità di mantenere una posizione di privilegio si evince dal coinvolgimento dell’americano Samuel Henry Kress, maggior cliente del Contini, in azioni volte a finanziare progetti promossi dal Duce, documentati nei Carteggi conservati all’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Tale comportamento permise ad Alessandro di esportare opere d’arte in modalità del tutto “straordinarie”, oltre che di trovare nuove occasioni di approvvigionamento.

Tra 1930 e 1935 le condizioni divennero massimamente propizie, forse in seguito alla fama ottenuta in Italia e in Europa: gli scambi epistolari con il restauratore Mauro Pellicioli così come i legami di entrambi con Giuseppe Bellesi permettono di ricavare rilevanti considerazioni sulle trattative. Inoltre, i documenti raccolti dalla Direzione Generale di Antichità e Belle Arti, intrecciati ai dati ricavati dall’Ufficio Esportazioni di Firenze, offrono l’occasione di ristabilire le tecniche commerciali messe in atto dal mercante. Il picco dei commerci si colloca però negli anni successivi (1936-1939): si tratta della fase meglio analizzabile della sua attività, in quanto trova conferme sia nelle date d’entrata dei pezzi nella collezione Kress - cui si rivolsero la maggior parte degli scambi, attentamente riportati nei cataloghi della raccolta - sia negli archivi già precedentemente citati.