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di Francesca Antonacci

I MAGNIFICI VENTI

La sfida che attende i musei italiani

Il 15 settembre scorso a Roma, nella gremita Sala della Crociera del Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni Culturali, alla presenza del Primo Ministro Matteo Renzi e del Ministro Franceschini, si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione dei 20 nuovi Direttori dei Musei italiani.
Volti nuovi e altri conosciuti (l’unica a essere stata confermata è la direttrice della Galleria Borghese di Roma Anna Coliva), ma la curiosità era soprattutto per gli otto stranieri, alcuni dei quali con incarichi di primissimo piano; fra tutti Eike Schmidt che dirigerà gli Uffizi, James Bradburne alla Pinacoteca di Brera, Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte.

Il Ministro Franceschini ha spiegato le linee guida di questa "sfida di cambiamento” culturalpoliticomanageriale che lo ha impegnato per oltre un anno, vagliando 1200 richieste, selezionando i cento candidati finali, illustrando la lunga procedura che ha portato alla scelta dei 20, le aspettative di questo nuovo progetto ed esaltato la sua modernità che inserisce il nostro Paese al passo con gli altri nel mondo. Questi venti Musei avranno finalmente una loro autonomia di gestione, un'autonomia economica dovuta al fatto di poter utilizzare gli introiti (biglietteria, bookshop, ecc.), autonomia scientifica nell'organizzare le mostre, autonomia contabile e di bilancio; una realtà più dinamica che permette anche, grazie alla nuova legge sull' ArtBonus, la deducibilità del 65% delle donazioni per il restauro di beni culturali pubblici, insieme all’attività di fund raising per portare importanti introiti per i nostri Musei. Bookshop più accattivanti, ristoranti gestiti dalle eccellenze regionali a seconda della sede museale…con il dichiarato obiettivo di rendere più attuali e al passo con l'estero i nostri Musei.

Infine la parola a Renzi, che intende “la cultura al centro e non periferica nella scommessa dell'Italia”.
Renzi ha poi sottolineato l'importanza della cultura e del suo godimento per migliorare la qualità di vita cosi come l’inserire nel progetto di riforma anche l'aspetto fondamentale di riportare l'arte nel cuore degli Italiani.
Servendosi di slogan come "la cultura è la ragione d'essere" o "il patrimonio culturale è ciò che tiene un popolo insieme" o "la cultura come centro di tutto e valore assoluto” termina il suo intervento tra gli applausi generali.

Le cinque domande “concesse” per ragioni di tempo ai giornalisti vertevano principalmente sulla speranza di assunzioni di giovani, sul perchè la procedura del “decreto cultura è stata così veloce (“troppo veloce”, “troppo lenta...l'Italiano protesta sempre” ha sottolineato il Ministro Franceschini), sulla necessità di rendere pubbliche le terne dei finalisti. Avremmo voluto chiedere, ma per ragioni di tempo è stato impossibile:
“Con questo decreto la politica ha messo alla guida di una macchina importante le persone che reputa più capaci; saprà la politica capire che la macchina ha bisogno di profondi cambiamenti, che è appesantita da leggi ormai obsolete e, soprattutto, se Renzi crede davvero alle sue parole, saprà concedere a questo Ministero la giusta importanza economica e quindi dotarlo di maggiori risorse aumentando la percentuale del bilancio destinata ai beni culturali? O lascerà che questi nuovi 20 "eroi" dedichino il loro tempo a trovare da soli le risorse necessarie per sviluppare i nostri Musei come la politica desidera?” A conferma di questo nostro timore riportiamo la dichiarazione di uno dei nuovi Direttori a cui abbiamo posto le nostre perplessità: "Questo è il problema di fondo, quanto ci aspetta è una grande, stimolante sfida, ricca di difficoltà...partiamo oggi, vediamo di lavorare".
Ecco, vediamo di lavorare, pero tutti, aggiungiamo noi!