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di Marco Riccomini

ASIA CENTRALE ON THE ROAD

Nuove prospettive in Asia Centrale. Come guardare altrove possa cambiare il mondo in cui viviamo

Uno dei vantaggi di non aver più il posto fisso è quello di poter andare in vacanza senza tenere conto dei giorni di ferie. Così, questa estate, sono partito per un lungo viaggio on the road in Asia Centrale, come facevo quando ero studente, visitando madrase e moschee, bazzicando nei bazar e arrampicandomi sulla cima di fortezze millenarie sgretolate dal tempo. Divertendomi, certo, ma seguendo anche il flusso turistico. Poi, un giorno, ho aperto la porta di un Museo che non vantava antichità del luogo o diorami etnografici, con tappeti e bucherame, e ad attendermi c'era un quadro italiano, poi un altro e un altro ancora, dietro cui stava un esercito silenzioso di sculture in marmo bianco. Da quel momento ne sono andato a caccia, cercando fuori dai percorsi abituali, dove le guide passano svelte, dove i torpedoni non attendono i gruppi. Il viaggio si è trasformato, così, in una ricerca inaspettata e appassionante, ricca di sorprese, e sono tornato a casa con gli occhi e la macchina fotografica piena di immagini. La morale, se la si vuole vedere, è che da questi tempi di crisi e di ripensamento sul nostro mestiere di antiquari, nelle varie declinazioni possibili, ne uscirà chi continuerà a fare ricerca, promuoverà gli studi, e poserà gli occhi dove altri non hanno ancora guardato. Alle volte basta cambiare prospettiva perché le cose attorno a noi cambino. Chissà che anche non avere più il posto fisso non possa, alla fine, rivelarsi un vantaggio.