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Eppur si muove...

I nostri affanni

Nonostante si convenga comunemente che le osservazioni dell'Associazione Antiquari d'Italia cadano talvolta nel vuoto e di conseguenza rendano il nostro lavoro talvolta mortificante, dobbiamo invece prendere atto che, finalmente, argomento di cui ci siamo occupati con forza lo scorso anno, ha trovato apprezzamento e adesione negli organi ministeriali. Infatti mentre in data 25 marzo presso la sede dell'ABI in Palazzo Altieri, promossa dal Monte dei Paschi di Siena, si è svolta una giornata di studio sul “La Proprietà dimezzata” alla presenza di Francesco Sensi, Consigliere dell'Associazione, ed altri eminenti protagonisti dell'economia artistica, la Dottoressa Daniela Porro Direttore Tutela del Patrimonio storico artistico, ha manifestato l'intenzione di adoperarsi con incisività per arrivare alla pubblicazione del catalogo delle opere notificate in mano privata.
E' utile sottolineare come questa proposta della importante funzionaria del Ministero, prenda spunto da gli articoli che, a partire dal febbraio 2010 avevamo scritto, quando rivolgendoci all'allora Ministro Bondi presentammo l'idea di un catalogo generale dei beni notificati per la pubblicazione del quale, dicevamo allora, di essere disponibili ad un contributo. Così la nostra proposta si sviluppò per tre numeri successivi con interviste nell'ordine alla Soprintendente Cristina Acidini, al Professor Fabrizio Lemme e all'allora Direttore Generale Mario Lolli Ghetti i quali si dissero a vario modo assolutamente concordi, plaudendo all'iniziativa.
Non speravamo sinceramente che essa trovasse un così rapido accoglimento, ma siamo soddisfatti di vedere che la stessa Dottoressa Porro in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' del 9 aprile 2011, dichiari di avere inoltrato una circolare chiedendo “di far conoscere alla Direzione Generale l'elenco di tutti i vincoli in essere”. Del resto nella lettera aperta al Ministro Bondi pubblicata in queste stesse pagine nel febbraio 2010 osservavamo che questa autentica novità che gli stavamo segnalando, avrebbe ottenuto un duplice risultato: un reale riscontro delle opere notificate soprattutto “ricordando ai proprietari che le opere sono notificate perchè spesso accade, nella storia degli oggetti, che dopo successioni o divisioni familiari ci si dimentica che l'opra è sottoposta a vincolo e talvolta viene trasferita da un luogo ad un altro senza rispettare inconsapevolmente le norme di tutela”. In secondo luogo osservavamo come avremmo potuto ottenere “il vantaggio di rendere noto questo importante patrimonio privato con ampie ripercussioni per la conoscenza”. Aggiungevamo inoltre che, la pubblicazione totale di tutte queste opere sottoposte a notifica nel corso dei decenni, avrebbe consentito un'analisi delle mode e delle venature politiche che erano dietro l'ideologia della notifica, consentendo inoltre alla luce delle nuove esperienze e conoscenze, una eventuale possibilità di denotifica di quelle opere che palesemente si fregiavano di onori che non gli appartenevano. Segnalavamo anche al Ministro che il ristagno dovuto alle norme di tutela male indirizzate, emarginavano di fatto il mercato dell'arte italiano dal contesto internazionale. In un articolo successivo del marzo 2010, la Soprintendente Cristina Acidini rispondeva ad un'intervista fatta sullo stesso argomento compiacendosi per la proposta rilevandone la bontà della idea della pubblicazione generale e dichiarandosi completamente disponibile fermo restando che essa potesse rendersi “possibile entro i termini di legge secondo le direttive eventualmente espresse in tal senso dall'Onorevole Ministro e dagli Uffici Centrali ovviamente d'accordo con i privati proprietari”.
Il numero di aprile del 2010 riportava l'intervista al Professor Fabrizio Lemme il quale se in un primo momento esprimeva una cauta diffidenza riguardo all'accoglimento presso gli organi ministeriali della nostra proposta, ne condivideva in pieno l'iniziativa pur con alcuni interrogativi di fattibilità, ma osservando: “io confermo la piena condivisione del tuo progetto e mi congratulo che gli antiquari siano così fecondi di idee nella materia della tutela, sfatando in tal modo il luogo comune che essi siano solo “tesi alla moneta”, come il mercante di gozzaniana memoria”.
Mario Lolli Ghelli, a quel tempo Direttore Generale del Ministero, rispondeva alla nostra intervista pubblicata nel maggio 2010 osservava tra le altre cose che: “questo strumento sarebbe utile a fare emergere una patrimonio sconosciuto non solo, a volte, agli amministratori della tutela ma anche agli studiosi”.
La rilettura delle interviste che hanno seguito la nostra lettera al Ministro, confermano ampiamente la validità del suggerimento e come dicevamo all'inizio, ci conforta e ci rallegra l'accoglimento della Dottoressa Porro. E' evidente, come sottolineava il Professor Lemme, che l'iniziativa degli operatori del mercato, attenti non solo agli aspetti mercantili del commercio ma soprattutto alla conoscenza e alla tutela delle opere d'arte, ha garantito agli organi ministeriali la sincerità e correttezza della proposta. Ci auguriamo pertanto che alle parole seguano i fatti, ma ne siamo certi, perchè il convegno e l'intervista su Il Sole 24 Ore ci fanno apparire la Dottoressa Porro persona determinata e ben disposta ad accogliere suggerimenti anche dal mondo mercantile. Ci auguriamo pertanto che la collaborazione possa prendere corpo per un evento che sicuramente arricchirebbe la nostra conoscenza e la qualità degli studi in generale.

05.2011