giornalearte

Sul "bru bru" e altre considerazioni

Investimenti in opere d'arte

Nella recente intervista rilasciata a "La Stampa' il 05 Agosto 2002 dal Ministro Giuliano Urbani, alla precisa domanda del giornalista Andrea di Robilant "Ministro Urbani, mi tolga una curiosità. Lei investirebbe in un'opera d'arte" il Ministro risponde: " Ma non ci penso per niente. Se compro, lo faccio per passione". Questa risposta del Ministro. che con la sua intervista ha provocato tanti "bru bru" nel mercato dell'arte, ci sembra particolarmente appropriata perché ci permette di fare una osservazione. Gli acquirenti di opere d'arte si dividono, grosso modo, in due categorie: la prima è quella cui appartiene il Ministro, cioè di collezionisti ossessionati dalla ricerca, oppure occasionali, che dedicano il loro tempo libero a visitare mercatini, fiere, aste, mostre e botteghe antiquarie. acquistano, come dice il Ministro, per passione, formano gruppi legati dal medesimo interesse collezionistico mostrandosi reciprocamente le ultime scoperte e nell'impeto della passione danno vita a veri e propri scambi d'oggetti attuando, loro malgrado, una sorta di mercato parallelo che. pur avendo basi passionali, sfocia sovente in vere e proprie contrattazioni mercantili. La seconda categoria si muove invece con la lucidità di chi è solito spostare capitali nelle forme di investimento più diversificati. Con una analisi semplice costoro hanno constatato che l'investimento in oggetti d'arte è sicuro e molto redditizio. Sarà sufficiente consultare cataloghi di vendite all'asta di appena dieci anni fa per rendersi conto che l'aumento dei valori rispetto ai prezzi di allora è aumentato in maniera costante ed automatica. Sembra una equazione semplice, ma solo apparentemente. Difatti, potrebbe sembrare ad un lettore superficiale che comprare ad un'asta o da un antiquario oggi e vende re in un periodo di medio termine, garantisca una cospicua resa percentuale: NON E' COSI'!!! E' qui che subentrano quei meccanismi indispensabili perché un acquisto in opere d'arte risulti un buon investimento reale. Le condizioni sono le seguenti: qualora si acquisti da un antiquario valido (ma ciò vale anche per le case d'asta che però offrono meno garanzie in quanto l'acquirente è tutelato per la sola durata dell'esposizione, mentre l'antiquario fornisce una garanzia illimitata nel tempo) bisogna attentamente valutare la qualità dell'opera. cercando con l'aiuto dello stesso antiquario di giungere alla determinazione attributiva più precisa circa l'autore o la scuola. considerando che un'opera siglata o firmata per esteso aumenta enormemente il suo valore. In oltre un fattore importantissimo per la corretta valutazione di un'opera d'arte è la sua conservazione, ben sapendo che esiste una tolleranza in relazione alla rarità dell'opera. Un'opera d'arte importante reca con sé una storia talvolta registrata da antichi cronisti che ne segnalavano la presenza in questa o quella collezione, fattore di grande rilievo per un incremento del valore. Anche la pubblicazione in testi recenti ne costituisce un elemento positivo. Un grande supporto al pregio di un oggetto ne consegue che sono la provenienza e la storia: è evidente che i grandi committenti si sono serviti di grandi artisti già affermati o che hanno sostenuto nel loro divenire. Alcuni collezionisti italiani hanno ben capito la lezione e si muovono sul mercato internazionale con autorevolezza, acquistando opere di arte italiana con i requisiti cui abbiamo accennato formando così raccolte di grande prestigio. Anche le Banche del nostro Paese si sono sostituite negli acquisti alle scarse attenzioni e disponibilità pubbliche formando nel tempo splendide collezioni: ma il collezionismo di questo tipo. cioè che bada all'investimento, è ancora diffidente e impaurito dai "bru bru", veri o presunti tali, messi in giro da persone disinformate. Non così all'estero dove fino dal secolo scorso i fondi di investimenti pubblici hanno compiuto sul mercato acquisti rilevanti per rivendere poi con enormi margini di guadagno gli oggetti acquistati: su questa falsa riga si muovono gruppi economici multinazionali operando acquisti che stabiliscono di volta in volta nuovi records sugli autori rappresentati. Che differenza con i fondi pensionistici americani che avendo investito nella borsa della new economy e degli scandali si sono ritrovati con un pugno di mosche con incalcolabili conseguenti danni per l'economia mondiale!

Saluto al Generale Roberto Conforti

Giovedì 12 settembre con una solenne cerimonia nella Sala dei Tessitori nel complesso del San Michele il Generale Roberto Conforti ha lasciato il prestigioso incarico che ricopriva da ormai undici anni. A Lui riconosciamo il grande merito di aver aperti nuovi Nuclei nei territorio nazionale tanto che la presenza dell'arma risulta abbastanza capillare. 1 successi dell'alto ufficiale sono innumerevoli e hanno restituito alle pubbliche collezioni opere d'arte trafugate e recuperate nel mercato clandestino non solo italiano. Per l'efficienza e l'alto grado di preparazione le polizie di mezzo mondo hanno preso ad esempio la struttura messa in piedi dall'arma. La banca dati come migliaia di opere ancora non recuperate è uno strumento di grande utilità per intervenire dove le opere in qualche modo riemergono. In questi ultimi anni della Sua attività il Generale ha avuto modo di conoscere più da vicino i rappresentanti dell'Associazione Antiquari d'Italia e dissipare così quel velo di diffidenza che poteva apparire un dato di fatto. In occasione degli animali convegni organizzati dal Generale, la voce degli antiquari, per la prima volta. era stata ammessa per testimoniare la Situazione del Mercato dell'Antiquariato legittimo. A Lui quindi il nostro ringraziamento ufficiale e al successore Colonnello Ugo Zottin, del quale abbiamo apprezzato la sobrietà in occasione della presentazione, auguriamo un proficuo lavoro dichiarandoci fin da ora disponibili ad una schietta collaborazione nell'interesse del Patrimonio Artistico italiano.

10.2002