La ditta Gallori Turchi venne fondata nel 1942 da Giorgio Turchi, uomo di grande gusto e con una spiccata sensibilità artistica. La passione per l’arte venne tramandata di padre in figlio ed infatti le orme di Giorgio vennero seguite dal figlio Bruno, il quale, con amore e dedizione, sulle basi fondate dal padre costruì ciò che oggi è la Gallori Turchi. La stessa passione contagia oggi la nuova leva della famiglia, il figlio di Bruno, Gherardo, il quale è accomunato al nonno ed al padre dalla passione per l’antiquariato e le armi antiche, una delle effigi più importanti di questa ormai storica ditta, che vanta inoltre un’accurata selezione di maioliche, sculture, antichi dipinti e mobili di alto profilo antiquariale. La Gallori Turchi ad oggi collabora con alcuni dei più grandi musei mondiali, con prestigiose associazioni a carattere europeo e con importanti case di moda italiane ed internazionali.
Datata 1595 ad intarsio nella parte inferiore, all’altezza opposta della tacca di mira, la balestra presenta un grande decoro realizzato ad intarsio di lungo tutto il corpo centrale; i decori geometrici a greche ed i motivi fogliacei incisi sugli intarsi d’osso presenti sulle specchiature alte e basse fanno da contraltare alle ricche figure antropomorfe ed ai festoni architettonici posti ai lati i quali risultano, per stile ed eleganza, affini ai disegni utilizzati per la realizzazione dei decori a traforo e sbalzo in ferro applicati sulle armi di grande importanza del Seicento, che vedranno il loro apice cento anni dopo in quella corrente decorativa conosciuta come Barocco. La balestra risulta inoltre munita del suo martinetto di caricamento in ferro forgiato con impugnatura in legno tornito, particolare questo assai raro in quanto molti di questi accessori andavano perduti nel corso dei secoli.
Il tavolo fa parte di un gruppo di arredi eseguiti, come aveva notato a suo tempo Alvar Gonzàlez-Palacios, a Firenze tra la fine del Seicento e i primi decenni del secolo seguente: in un’epoca quindi dominata, nel campo della decorazione d’interni, inizialmente da Diacinto Maria Marmi (1625 c. – 1702) e poi da Giovan Battista Foggini (1625 – 1725), entrambi al servizio della corte medicea con le rispettive cariche di Guardarobiere, il primo, e di architetto e sovrintendente delle Botteghe Granducali, il secondo.
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