Etichetta a stampa sul retro: IV Quadriennale d'Arte Nazionale, Roma, Funi Achille, "Sposa Araba" Esposizioni: IV Quadriennale d’Arte Nazionale, Palazzo delle Esposizioni, Roma, maggio – luglio 1943, n. XV. Bibliografia: Achille Funi. Catalogo ragionato dei dipinti, a cura di Nicoletta Colombo, p. 246, n. 383
Una donna araba, di schiena di tre quarti, volge il viso all’osservatore con posa sensuale. Una corona di fior le cinge il capo, due bracciali adornano il braccio sinistro, e, sullo sfondo nero, un drappo marrone brunastro a righe gialle le avvolge il corpo nudo, lasciando scoperta buona parte della schiena e un generoso seno, che fa maliziosamente capolino sotto il braccio sinistro. È questa la scena raffigurata ne la Sposa araba, un mirabile dipinto che Achille Funi espone nel 1943 alla “IV Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma”. L’opera, sempre custodita in collezione privata, mai più vista dalla Quadriennale del 1943, e per la prima volta qui presentata, offre l’occasione per ripercorrere la carriera di uno degli artisti italiani più significativi del ‘900 italiano e di fermare l’attenzione sulla sua produzione degli anni’40, che presenta numerosi elementi di interesse e spunti di approfondimento. Nato a Ferrara nel 1890, Virgilio Socrate Funi, che dal 1910 adottò il nome di Achille, si trasferì nel 1906 a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove venne subito notato tanto che nel 1909 il suo quadro L'aratura, esposto alla Permanente nell'ambito del concorso per i premi dell'Accademia di Brera, ricevette l'attenzione di U. Boccioni, che ne scrisse in un articolo sulla mostra.