L’effige enigmatica e sognata della giovane modella, ritagliata sullo sfondo evocativo della campagna romana, eseguita da Gerôme appena ventenne e da poco giunto a Roma insieme al maestro Paul Delaroche, è una delle immagini più emblematiche di quella naturale, fiera bellezza femminile romana cui i viaggiatori stranieri di stanza nella capitale pontificia attribuirono per tutta la prima metà dell’Ottocento, e oltre, una connotazione esotica e una valenza primigenia, quando non vi riconoscevano i tratti perfetti delle donne raffaellesche o l’ideale canone di bellezza della civiltà greca (Barroero 2003). Nello studio di Gerôme fino alla sua morte, il dipinto qui esposto fu acquistato nel 1966 in occasione della vendita postuma dello studio del pittore.