Umberto Giacometti
Giacometti Old Master Paintings
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Giacometti Old Master Paintings
Via Domenico Morelli 24
80121 Napoli (NA)
T 3203720492
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info@giacomettiomp.com
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Umberto Giacometti founded Giacometti Old Master Paintings in 2014. Thanks to a vast and widely acknowledged experience in the international art market, the gallery he oversees is regularly asked to take part in the most prestigious art fairs, such as TEFAF Maastricht, TEFAF New York, Paris Tableau, Munich Highlights, the Florence and Rome International Biennial Antiques Fairs and Flashback Turin. Searching for rare and paramount artworks, constantly exchanging ideas with experts, curators, collectors and enthusiasts, lies at the core of the business. In the new venues in Rome and Naples paintings, drawings and sculptures from the 16th to the beginning of the 20th century will be exhibited involving new generations though specific professional training and digital communication projects.

ENRICO FIORE
(Marigliano 1849 - Marigliano 1905)

Ritratto di africano

1867
Olio su tela, 64x52 cm

Il ritratto, siglato E. F. e datato 1867, proviene da collezione privata salernitana con la sua cornice originale dorata ad argento e mistura. L’identità del personaggio raffigurato, d’origine chiaramente centroafricana, non ci è nota, ma è probabile che la sua presenza in Italia derivasse dalle importazioni di schiavi da parte dei Borbone. Il suo sguardo diretto, la posa energica e la compostezza con cui indossa la candida camicia tenendo sulla spalla destra il mantello secondo la tradizione africana, ne esprimono la dignità piena e un’autorevolezza anche ostentata nella resa delle rughe sulla fronte stempiata e della barba lunga e folta, che inizia a imbiancarsi. Si deve alla dott. Luisa Martorelli il riconoscimento dell’autore del dipinto nell’allievo di Domenico Morelli Enrico Fiore, allora appena diciottenne.


FRANS VERVLOET
(Mechelen 1795 - Venice 1872)

Chiostro di Santa Maria la Nova a Napoli

1832
Olio su tela, 55 x 61 cm

Il dipinto documenta il chiostro di Santa Maria la Nova a Napoli nell’anno 1832 con una limpidezza e una precisione dovute all’uso della camera ottica e allo studio della luce ‘en plein air’. All’ombra delle volte affrescate a grottesche, intorno al giardino assolato, scorre serena la vita quotidiana dei monaci e del popolo. Il tempo è scandito da scene istantanee ed eterne come l’acquaiolo che offre loro rinfresco, due studenti che si rifocillano fra una lezione e l’altra, un frate che regola l’orologio da tasca al suono delle campane. Vervloet, vedutista attento alla prospettiva classica e alle moderne ricerche luministiche, mostra qui il suo stile inconfondibile all’interno della ‘Scuola di Posillipo’, movimento pittorico di risonanza europea fondato in città dall’olandese Pitloo. Vervloet tornerà a raffigurare il chiostro di Santa Maria la Nova due anni dopo, dalla prospettiva opposta a questa, forse rispondendo con entrambe a una specifica committenza.


SALVATOR ROSA
(Arenella, Naples 1615 - Rome 1673)

Jacob and the Flock of Laban

1665 ca.
Oil on canvas, 196x134 cm

La tela risale alla maturità romana del Rosa. Fase in cui studiò nuove e complesse iconografie che stupirono il pubblico contemporaneo e che lo renderanno“pittore famoso”oltre il suo tempo. In primo piano Giacobbe appare immerso in una natura sconfinata e selvaggia, intento ad operare la magica selezione degli armenti con cui fonderà la sua tribù. Egli è l’uomo filosofo, lo scienziato che comprende le leggi della natura per indirizzarle a suo vantaggio. Di proprietà del marchese di Stafford, il dipinto fu illustrato ad acquaforte e commentato con finezza nel catalogo della sua collezione già nel 1810, contribuendo alla straordinaria fortuna dell’artista in Inghilterra quale precursore del Romanticismo. Citata poi da Lady Morgan nella biografia romanzata dell’artista e inserito dal Waagen fra i Tesori dell’arte nel Regno Unito, l’opera era poi scomparsa dopo la vendita in asta nel dopoguerra. La dott.ssa Volpi, prepara uno studio specifico sulla sua recente riscoperta.


PAOLO FINOGLIO
(Orta di Antella or Naples 1590 - Conversano 1645)

Saint Jhon the Baptist

1615 ca.
Oil on canvas, 63,5 x 77 cm

Il dipinto emerse in collezione privata a Roma negli anni Settanta e fu attribuito a Carlo Sellitto dal Marini. La sua adesione alla lezione del Caravaggio nel Meridione suscitò dibattito critico. Negli anni Ottanta la tela era presso Patrick Matthiesen a Londra, dove, secondo il parere espresso fin dal primo momento da Ferdinando Bologna, fu presentata come capolavoro giovanile di Paolo Finoglio. Da allora l’attribuzione a Finoglio è stata confermata dagli specialisti, e il pittore è entrato tra i protagonisti del primo naturalismo a Napoli. Alla mostra dedicata al Finoglio nel Castello di Conversano, nel 2000, de Castris indicò nella tela, per la prima volta esposta al pubblico, il precedente più alto delle opere per la Certosa di San Martino. La cornice originale, scolpita, verde e oro, richiama quelle citate negli inventari Acquaviva, segnalando il legame antico del pittore con il conte Giangirolamo, suo protettore e committente della Gerusalemme Liberata a Conversano.