Firmato e datato in basso a sinistra: G Fjæstad | Vermland 20-21
Gustaf Fjæstad, soprannominato il "Maestro della neve", ha dedicato la sua intera esistenza a dipingere i paesaggi innevati della Svezia dove è nato e dove ha vissuto tutta la sua vita. È stato allievo di Bruno Liljefors, il famoso e influente pittore di animali selvatici. Ha studiato anche con il pittore Carl Larsson che aiuta a completare gli affreschi murali al Museo Nazionale Svedese. Espone per la prima volta nel 1897. All'età di trent'anni era già acclamato come uno dei principali artisti svedesi, dopo aver esposto numerosi paesaggi innevati all'Unione degli artisti di Stoccolma nel 1898. Nello stesso anno Fjæstad sposa la giovane e talentuosa artista Maja Hallèn. Insieme fondano l’originale gruppo di artisti Rackstad Colony, sul lago Racken nel cuore della natura incontaminata vicino ad Arvika nella provincia di Värmland al confine con la Norvegia. È sulla scena artistica internazionale però che ottiene il suo più grande successo. I primi ad apprezzarne le delicate raffigurazioni invernali sono gli amanti dell’arte e i critici tedeschi; mentre a Roma, nel 1911, i suoi dipinti sono presentati all’Esposizione Internazionale d’Arte, impressionando profondamente i collezionisti italiani e perfino il re Vittorio Emanuele che acquista un suo dipinto. Proprio al Re d’Italia sono state attribuite queste parole: “Quando guardo i suoi paesaggi sento il silenzio della neve!” tanto è il senso di immedesimazione che si prova davanti alle sue opere. La forza dei quadri di Gustaf Fjæstad è quella di saper trovare in questi paesaggi ghiacciati una potenza metafisica ed emozionale unica, senza essere mai ripetitivo; come gli Eschimesi, che come narra la leggenda, hanno centinaia di parole per indicare la parola ghiaccio. Il gelo e l’inverno sono il suo originale segno distintivo. Dipinge all’aperto nei paesaggi e nelle foreste circostanti alla ricerca di una luce speciale, esplorando le pacate sensazioni di un intatta bellezza e un profondo senso di misticismo. Il processo creativo di Fjæstad - come pure della moglie e artista Maja - fu fortemente influenzato dal movimento spirituale teosofico, un precursore dell’attuale movimento New Age. I dipinti che ritraevano la natura nella sua forma più pura divennero un modo per esprimere l'illuminazione universale e la verità eterna. Nello specifico contesto di “arte emozionale”, espressione che coglie nel pieno il senso generale del processo Simbolista, il dipinto La neve qui proposto ne è un tipico esempio. Nel contemplare la tela, l’osservatore viene lentamente cullato in una sorta di stato mentale meditativo, con un’affascinante sensazione di magia ammaliante, una sensazione di fiaba infantile. Una dolcezza calmante ben lungi dai cliché o dalla superficialità. A prima vista si presenta come un gioco delicato e decorativo di fiocchi di neve simili a merletti e linee curve e aggraziate proprie dell’Art Nouveau. Ma subito dopo si percepisce un senso più profondo e più universale che emerge dal silenzio della foresta innevata, un desiderio di vivere in armonia con la natura, una ricerca di pace interiore che Fjæstad, autentico solitario, poté con tutta probabilità trovare soltanto nel territorio nordico più puro e incontaminato. Un’atmosfera crepuscolare e fortemente suggestiva, unica e rappresentativa del Simbolismo nord-europeo di quel periodo. La tecnica di Fjæstad era insolita: questo dipinto è realizzato con sostanze chimiche fotosensibili che unite alla maestria dell’artista con cui utilizza la tecnica puntinistica ad impasto gli permettano di rappresentare il bianco con effetti ottici straordinari. L’artista rivestiva la tela con sostanze chimiche sensibili alla luce e proiettava su di essa un'immagine della scena come una mappa preliminare della luce, che avrebbe poi utilizzato per completare il dipinto a mano. Il colore viene posto sulla tela con strati molto spessi consentendo all'artista di avere un maggiore controllo sui giochi di luce. Tonalità di rosso, blu e grigi conferiscono vibrazione cromatica alla tela, denotando una forte influenza di pittori neoimpressionisti come George Seurat. Una chiara impronta dell’Art Nouveau è visibile nelle forme morbide, arrotolate e ornamentali della neve. È evidente che l’artista aveva abbandonato lo stile di raffigurazione dei paesaggi tipico del diciannovesimo secolo, anticipando le forme moderne del futuro. Le sue opere si possono ammirare nei seguenti musei: National Museum Stockholm; Toledo Museum of Art, Ohio; Musée d'Orsay, Paris; Gothenburg Museum of Art, Svezia; Chicago Art Museum.