I caratteri stilistici e la rigorosa descrizione dell’animale, degna di un artista versato sicuramente nel genere pittorico naturalistico legato alla documentazione scientifica, consentono di poter riferire con certezza l’opera al catalogo autografo di Bartolomeo Bimbi, figura di punta della pittura naturamortista fiorentina in età tardo-barocca. Bimbi fu avviato in giovane età allo studio della pittura a Firenze e a Roma dove fu allievo di Mario de’ Fiori e si orientò verso la natura morta. L’attenta e sorvegliata descrizione della realtà unita all’impeccabile abilità pittorica favorirono la richiesta di dipinti dell’artista: per la nobiltà locale e per la famiglia granducale medicea, in particolare per Cosimo III per il quale fu impegnato soprattutto come documentarista scientifico. In stretto contatto con studiosi e scienziati, lavorò per vari decenni alla realizzazione di tele, dal rigore quasi iperrealista, raffiguranti fiori, frutta, ortaggi e animali.