Il valore taumaturgico di questa immagine, sicuramente è dovuta alla sua speciale funzione di statua-reliquiario. Il dorso dell’opera, infatti, è dotato di una piccola cavità quadrangolare, disposta al centro tra le infule della mitria episcopale che si stendono sulla schiena. Si tratta di un tipico repositorio destinato a preservare alcuni sacri frammenti del santo di cui sono qui riprodotte le sembianze. Questo genere di simulacri antropomorfi iniziarono a diffondersi tra IX e X secolo all’incirca tra le regioni storiche di Alvernia, Limosino e a Sud nei dipartimenti confinanti di Lozère e Aveyron, dando vita a una tradizione di lungo corso che, sebbene non in modo esclusivo, divenne una caratteristica specifica della produzione artistica dei territori del Massiccio Centrale.