Longari Arte Milano, storica galleria attiva dagli anni ’50 del secolo scorso, si è recentemente rinnovata spostando la sua sede a Palazzo Cicogna in Corso Monforte 23 a due passi dal Duomo. La scultura primitiva italiana è il ramo artistico che caratterizza da sempre l’attività della galleria al quale si sono aggiunti nel corso degli anni l’interesse per i frammenti miniati e per le works of art comprese tra il XIII e il XVI secolo. La galleria, che da molti anni partecipa alle più importanti esposizioni nazionali tra le quali spicca la Biennali di Firenze, negli ultimi anni si è impegnata anche a livello internazionale. Le recenti partecipazioni a Tefaf Maastricht sono state un’occasione per allargare lo sguardo all’arte e al collezionismo oltre i confini italiani. Longari arte Milano oltre a partecipare con prestiti di opere a varie esposizioni culturali in Italia e all’estero, ha collaborato con importanti musei e istituzioni. Agli anni ’70 infatti risale un acquisto da parte del Vaticano di sculture lignee che ancora oggi si possono ammirare in diverse collocazioni della Santa Sede. Più recenti sono state le vendite al Getty Museum di Los Angeles, alla National Gallery of Art di Washington e alla Pinacoteca di Brera. Tra le esposizioni a cura di Longari arte Milano spiccano La mostra di sculture lignee presso il centro Pirelli negli anni 70, quindi tra le mura di Via Bigli Dalla Bibbia di Corradino a Jacopo della Quercia. Sculture e miniature italiane del Medioevo e del Rinascimento a metà anni ’90 e infine Un crocifisso del trecento lucchese. Attorno alla riscoperta di un capolavoro medievale in legno esposto nel 2010 per un lungo periodo presso il Museo Diocesano di Milano; tutte mostre corredate da ampi cataloghi critici.
Il valore taumaturgico di questa immagine, sicuramente è dovuta alla sua speciale funzione di statua-reliquiario. Il dorso dell’opera, infatti, è dotato di una piccola cavità quadrangolare, disposta al centro tra le infule della mitria episcopale che si stendono sulla schiena. Si tratta di un tipico repositorio destinato a preservare alcuni sacri frammenti del santo di cui sono qui riprodotte le sembianze. Questo genere di simulacri antropomorfi iniziarono a diffondersi tra IX e X secolo all’incirca tra le regioni storiche di Alvernia, Limosino e a Sud nei dipartimenti confinanti di Lozère e Aveyron, dando vita a una tradizione di lungo corso che, sebbene non in modo esclusivo, divenne una caratteristica specifica della produzione artistica dei territori del Massiccio Centrale.
Reca sul corpo la scritta: “BELLA" "CATARINA". Provenienza: Collezione Molinier; Collezione Alexandre Imbert ante 1938.
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