Quest’opera, di forte intensità drammatica, esprime appieno la versatilità di Pietro della Vecchia, artista capace di fondere la lezione dei maestri veneziani del Cinquecento con le suggestioni caravaggesche apprese a Roma. La scena raffigura Erode che mostra la testa del Battista, affiancato dall’anziana Erodiade: un’immagine ambigua e provocatoria, resa con tinte accese e un realismo che accentua la tensione emotiva. La tipica scelta di vestire Erode da “bravo” e la figura della vecchia rimandano al repertorio pseudo-giorgionesco caro a Vecchia, in dialogo con la celebre Vecchia di Giorgione all’Accademia di Venezia. Il dipinto, collocabile negli anni Venti-Trenta del Seicento, riflette il gusto libertino e trasgressivo della Venezia barocca, probabilmente vicino all’ambiente degli Incogniti, celebrando così uno degli aspetti più originali e teatrali della pittura veneziana del XVII secolo.
Provenienza: Collezione Papafava, Padova; mercato antiquario, Milano, anni 1990; collezione privata, Italia, fino al 2019; poi acquisito dall’attuale proprietario. Letteratura: B. Aikema, Pietro della Vecchia and the heritage of the Renaissance in Venice, Firenze 1990, p. 132, n. 107