Nel centro di Modena con sede in un prestigioso palazzo settecentesco, equidistante tra la Ghirlandina e l’Accademia, la galleria di Pietro Cantore, fondata negli anni ’70 dalla madre Luisa, si può ben considerare una via di mezzo tra il modello della “bottega” antiquaria e una sorta d’istituzione locale. Pietro Cantore, che dirige la galleria da ormai quasi due decenni, pur avendo acquisito una grossa esperienza nell’ambito delle arti decorative, senza rinunciare a qualche pezzo dei migliori ebanisti, ha spostato la sua attenzione e ricerca sulla pittura antica, dal XIV al XVIII sec., con un riguardo particolare per quella emiliana. La galleria è un punto di riferimento culturale in cui vengono presentati libri e organizzate mostre tematiche che spaziano dall’antico all’arte contemporanea. La galleria sostiene da sempre le istituzioni museali, e dal 2014 è sede dell’associazione Amici delle Gallerie Estensi, di cui Pietro Cantore è fondatore e ricopre la carica di Vicepresidente. Dopo aver maturato un’esperienza decennale a New York negli anni ’90, al fianco di Piero Corsini, Pietro Cantore continua a seguire il mercato internazionale. Fondamentale è stato il suo apporto al rilancio di Modenantiquaria, mostra di riferimento per l’antiquariato italiano. Partecipa anche con grande entusiasmo alla Biennale di Firenze, la mostra dell’arte antica italiana più importante al mondo.
Provenienza: New York, Galleria Piero Corsini Bibliografia: R. Simon, Important Old Master Paintings, Discoveries. In una nuova luce, New York, Piero Corsini Inc., 20 April-20 May 1988, n. 5.; J. Bentini, 'Il fascino della pittura Veneta: Il caso dello Scarsellino', La pittura in Emilia e Romagna. Il '600, Bologna, 1993, II, pp. 263, 273, n. 9; W.R. Rearick, 'The life and works of Jacopo dal Ponte, called Bassano, c. 1510-1592', Jacopo Bassano c. 1510-1592, exhibition catalogue, Bologna, 1993, pp. 114-115, fig. 32; M. A. Novelli, Scarsellino, Milano, 2009, pp. 235, 323, n. 222;
Bibliografia: M. Pirondini in “Arte Emiliana dalle raccolte storiche al nuovo collezionismo”, a cura di G. Manni, E. Negro, M. Pirondini, Modena, 1989, p. 105-6, n. 73; B. Ramponi, L’attività veneta di Luca da Reggio, Tesi di Laurea, Università di Venezia, A.A. 1992-1993, pp. 220-223; P. Ceschi Lavagetto, Luca da Reggio tra Emilia e Veneto, in La pittura veneta negli stati estensi, Modena, 1996, p. 232, n. 33; L. Peruzzi in Tesori ritrovati: la pittura del Ducato estense nel collezionismo privato, a cura di M. Pedrazzoli, M. Borsari, catalogo della mostra (Modena), Milano, 1998, p. 111; B. Ramponi, in Luca Ferrari, Reggio Emilia, 1999, pp. 140-141.
Provenienza: Londra, collezione del Marchese di Stafford Bibliografia: W. Y. Ottley, Engravings of the most noble the Marquis of Stafford’s collection of pictures, in London, arranged according to schools, and in chronological order, with remarks on each picture, London 1818, II, p. 57, n. 48.
Bibliografia: P. Di Natale, in La Croce, la Testa e il Piatto. Storie di San Giovanni Battista. Dipinti del Seicento della Collezione Koelliker, catalogo della mostra a cura di M. Pulini (Cesena, Galleria Comunale d’Arte; Biblioteca Malatestiana, 12 giugno – 24 ottobre 2010), Cesena 2010, pp. 112-113, n. 2; M. Riccòmini, Giuseppe Maria Crespi. I disegni e le stampe. Catalogo ragionato, Torino 2014, pp. 122, 124, fig. 73; M. Riccòmini, Dieci pezzi brevi. Dipinti barocchi in Emilia, in ‘Quaderni del conoscitore’, I, 2017, n. 7.