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Marco Riccòmini

Lo stupendo buffet in legno...

Quale sia stata la formazione del Piffetti, tale da portarlo in vetta alle classifiche del suo secolo, lo indaga Claudio Cagliero che, alle doti di ricercatore, unisce quelle di restauratore.

«Oh, lo stupendo buffet in legno nero ad intarsi d’avorio e cantonali ricchi di gusto artistico! Oh, tavolino gioiello, a forma di stella, tutto intarsiato in ebano, noce d’India, acciaio, avorio, madreperla e placche lignee a colori!». E che dire delle cornici intarsiate e specchi rettangolari incisi in ebano di quei due veneziani, il Biasotto e il Candiani? O degli stipi del Caspani, dell’armadio secrétaire dell’ebanista Bortolotti e, se cercate mobili a tarsie d’ebano e d’avorio grafito, dovete andare dalla vedova Arrigoni. Consigli dal tono pubblicitario contenute non in un prezioso vademecum di fine Settecento, bensì nel résumé alla IV Esposizione Artistica di Torino pubblicato nel numero del luglio 1880 della Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia. Come a dire che, almeno a Torino (e non solo, ovviamente), il gusto per i «mobili di gran lusso, oggetti intagliati, scolpiti od intarsiati in legno ed avorio» ha origini antiche, almeno fin dai tempi del Piffetti, Regio Ebanista alla corte dei Savoia. Quale sia stata la sua formazione, tale da portarlo in vetta alle classifiche del suo secolo, lo indaga Claudio Cagliero che, alle doti di ricercatore, unisce quelle di restauratore, ossia di chi sa dove mettere le mani (è il caso di dire), e non solo negli archivi. Implacabili confronti “all’americana” portano ad una pista romana, quella della bottega di Richard Lebrun, allievo del celebre André-Charles Boulle. Non esattamente un libretto unputdownable (da leggersi d’un fiato), è però del mosaico dell’ebanisteria piemontese un prezioso tassello in più (a “foro e controforo”?).


Claudio Cagliero, La formazione giovanile di Pietro Piffetti, Regio Ebanista alla corte dei Savoia, Hever Edizioni, Ivrea 2020, €35,00.