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Il lato nascosto della Biennale

I nostri affanni

La Biennale dell'Antiquariato di Firenze appare agli occhi dei visitatori in tutto il suo splendore. La ricchezza degli oggetti, la loro bellezza, l'interesse che essi suscitano tra i collezionisti e gli amanti dell'arte, gode di una messa in scena sontuosa che nasconde tuttavia un lavoro a monte di non indifferente impegno. Per chi si fosse affacciato per tutto il mese di settembre al cortile del palazzo dal lato del lungarno o da via del Parione, avrebbe assistito all'operosità di decine di operai intenti ad organizzare l'imponente scenografia voluta da Pier Luigi Pizzi. Tappezzieri, falegnami, montatori, decoratori, trasportatori, imballatori, elettricisti per un numero di centinaia di manifattori, sono in grado di realizzare questo progetto che consente agli espositori di predisporre gli oggetti selezionati per la Biennale nel modo più adeguato alla loro importanza. E' tale il prestigio e l'importanza dell'appuntamento fiorentino che gli antiquari si preparano con larghissimo anticipo all'evento, conservando opere d'arte inedite per sorprendere sia i collezionisti che i direttori dei musei che nei giorni della Biennale sono presenti in grande numero. Per capire l'attesa che la Biennale scatena, osserviamo come la segreteria della mostra sia subissata di richieste per essere presenti alla preview, giornata dedicata ai collezionisti e ai curatori dei musei; da ogni parte del globo arrivano richieste in questo senso, e se questo accade è perchè nelle edizioni precedenti rimane sempre il piacere di ritornare, perchè le attese non sono andate deluse. Non è raro ritrovare opere già esposte alla Biennale nelle sale dei musei più prestigiosi, non solo italiani. Difatti una commissione preventiva di controllo, presieduta da Cristina Acidini Soprintendente di Firenze, ha questo compito, di analizzare cioè le opere esposte per potere suggerire acquisti da parte del Ministero. Questo aspetto dietro le quinte, è quello meno appariscente. Il ruolo cioè che un mercato vivo riesce a creare attività e quindi a far circolare ricchezza. Con questo “cantiere biennale” ricordiamo che le attività collegate al mercato dell'arte sono circa cento, censite dalla Camera di Commercio di Firenze e fatta oggetto di una pubblicazione a cura della Biennale. Ricordiamo che il cosiddetto indotto è composto dal semplice, ma utilissimo trasportatore d'arte al più erudito e colto storico dell'arte. All'interno di questi estremi una moltitudine di categorie artigianali e intellettuali svolge un'opera ciclopica di supporto all'attività degli antiquari. Ci pregiamo quindi di mettere in evidenza questi aspetti che spesso non sono ricordati dai legislatori quando emettono norme di strozzatura al mercato dell'arte internazionale. Purtroppo la burocrazia italiana non sembra volersi rendere conto delle difficoltà immense che genera quando, delegando gli uffici periferici incaricati delle esportazioni all'applicazione delle norme di tutela, provoca ritardi e danni. E' giunto il tempo che una corretta definizione del bene d'arte abbia dei contorni tali da togliere al funzionario la discrezionalità di giudizio che talvolta è accompagnata dalla timidezza di taluni funzionari che stentano ad assumersi responsabilità. Una strada indicata a più riprese dalla nostra Associazione è quella della soglia dei valori già messa in atto da un paese con una giacenza culturale molto simile a quella italiana e cioè dalla Francia, che ha applicato i valori indicati dalla Comunità Europea. Non ci sembra che questa applicazione abbia provocato ai beni d'arte francesi, danni irrimediabili! E' quanto sarebbe auspicabile anche nel nostro Paese, ma sappiamo che è una pia illusione perchè i rinvii, le commissioni che non si riuniscono e che rimandano il problema, sono un macigno addirittura insormontabile sulla strada di una corretta e proficua attività.

10.2013