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di Leonardo Piccinini

La passione del restauro

Incontro con Luigi Quaranta, Presidente del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

Chi l’ha detto che l’Italia non sia in grado di gestire il proprio, infinito patrimonio culturale ? Certo, occorrono metodo, capacità, impegno e passione. E il necessario supporto economico che però spesso è conseguenza della capacità di cui sopra. Una visita a Venaria, alla reggia recuperata all’antico splendore (in tempi record per gli standard della Penisola), e soprattutto al Centro per la conservazione ed il restauro dei Beni Culturali “La Venaria Reale”, può chiarire le idee, e servire a individuare un modello di visione strategica per lo sviluppo dei beni culturali, di buona gestione, di formazione per coloro che si occuperanno delle nostre sterminate raccolte d’arte.

E chi meglio dell’ingegner Luigi Quaranta ad accompagnarci in questa sorprendente, rassicurante immersione in una miniera di saperi tecnico artistici…?

Settantadue anni portati con energia e spirito davvero sorprendenti, è un nome notissimo al mondo del collezionismo e dei musei. Le sue raccolte d’opere d’arte, di cui spesso racconta con entusiasmo aneddoti, scoperte e attribuzioni, comprendono dipinti, maioliche (di grande importanza, il meglio del Rinascimento italiano…), mobili, tappeti, oggetti di ogni epoca e gusto. A questa passione infinita e gioiosa, che lo ha portato a frequentare grandi antiquari e fiere d’arte, musei e collezioni illustri, si affianca l’attività concreta  e prestigiosa di fondatore di uno studio di ingegneria che tante opere importanti ha realizzato e continua a realizzare, dalla linea uno del metrò allo stadio delle Alpi, al grattacielo della Regione Piemonte progettato da Massimiliano Fuksas.


"Le sue raccolte d’opere d’arte, di cui spesso racconta con entusiasmo aneddoti, scoperte e attribuzioni, comprendono dipinti, maioliche (di grande importanza, il meglio del Rinascimento italiano…), mobili, tappeti, oggetti di ogni epoca e gusto".


Quaranta è dal 2009 presidente del Centro, e ci accompagna proprio nell’ultimo giorno del suo mandato alla guida della prestigiosa Fondazione (il nuovo presidente è l’arch. Stefano Trucco). Chi scrive non ha potuto non notare, ben celata ma percepibile, una certa emozione nei funzionari e collaboratori incontrati lungo il percorso: tante sono le attività e tanti i restauri condotti in questi anni sotto la guida di Quaranta. “Al mio predecessore, Carlo Callieri, si devono molte intuizioni e la capacità di aver messo in piedi questa struttura, nata nel 2005 quale istituto per l’alta formazione e la ricerca nell'ambito del restauro e della conservazione del patrimonio culturale. I Soci Fondatori sono il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, il Comune di Venaria, l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, la Fondazione per l’Arte (oggi Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura) della Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino”. Spazi grandiosi, circa un quarto della superficie della Reggia, nelle scuderie e maneggio settecenteschi progettati da Benedetto Alfieri, occupati da eleganti “scatole” architettoniche che contengono i laboratori. “La nostra strumentazione è decisamente di prim’ordine” spiega mostrando microscopi, spettrometri e numerose sofisticate macchine. “Nel 2012 abbiamo avuto i primi laureati del nostro Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, nato dalla convenzione stipulata tra il Centro Conservazione e Restauro e l’Università degli Studi di Torino”.


"E ci imbattiamo proprio in alcuni di questi laureati e restauratori, alle prese con opere di tutti i generi: sarcofagi del Museo Egizio di Torino (che si presenterà in primavera con il nuovo ampliamento), mobili di Stupinigi, una gigantesca tela di Giulio Cesare Procaccini da Genova, gli affreschi staccati di Luini mandati dalla Pinacoteca di Brera, straordinari intarsi di Piffetti….”


E ci imbattiamo proprio in alcuni di questi laureati e restauratori, alle prese con opere di tutti i generi: sarcofagi del Museo Egizio di Torino (che si presenterà in primavera con il nuovo ampliamento), mobili di Stupinigi, una gigantesca tela di Giulio Cesare Procaccini da Genova, gli affreschi staccati di Luini mandati dalla Pinacoteca di Brera, straordinari intarsi di Piffetti….”siamo aperti a tutti, istituzioni e privati, che intendano avvalersi delle nostre strutture e competenze nel campo del restauro. Sono tra l’altro felice di una convenzione tra l’Associazione Nazionale Antiquari, l’Associazione Amici del Centro di Venaria e il Centro stesso, per collaborare nelle attività di studio, ricerca, conservazione e documentazione dei beni culturali, e per favorire l’inserimento lavorativo dei neolaureati nel mercato del restauro”. La visita si conclude nell’imponente Scuderia Grande della Reggia, che ospita fino a giugno il Bucintoro dei Savoia. “Siamo molto orgogliosi di aver potuto restaurare l'ultima imbarcazione veneziana originale del Settecento esistente al mondo, oggi in mostra all’interno della Scuderia del grande Filippo Juvarra, che tra l’altro partecipò alla realizzazione dello stesso Bucintoro”, commenta l’ing. Quaranta prima di salutarci.