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di Marco Riccòmini

Lux Æterna.

Luce sul Baltico; sconosciuti quadri italiani dai musei lituani ed estoni in mostra a Tallinn.

Su nel Nord Sigambri, Suebi, (Cimmeri) e Marcomanni diedero filo da torcere ai Romani, tanto che dopo il «massacro della foresta nera»  ad opera di Arminio, signore dei Cherusci, l’armata comandata da Tiberio si guardò bene dall’oltrepassare il corso dell’Elba e quello del Weser. Così con gli Aestii (gli Aestui ricordati da Tacito nella sua Germania), questa non arrivò mai ad incrociare le armi. Eppure la mostra inaugurata a settembre presso il Kadrioru Kunstimuuseum di Tallinn, nella moderna Estonia, porta un nome latino, quello di Lux Æterna (Italian Art from Lithuanian and Estonian Collections), che alle nostre orecchie suona però un tantino sinistro, forse quanto ai legionari superstiti suonava quello di Teutoburgo. A cura di Kerttu Männiste e Anu Allikvee, la mostra raduna quadri e stampe italiane (o italianeggianti) provenienti dai musei lituani di Kaunas (M. K. Ciurlionis National Museum of Art) e di Vilnius (Lithuanian Art Museum) e da quelli estoni di Tallinn, il Kadriorg appunto ed il piccolo Johannes Mikkel Museum (fuori dall’abitato di Malbork). Alcune copie scambiate per originali, qualche nome tirato per i capelli (in copertina doveva andare un quadro italiano al posto di un presunto Simon Vouet), ma anche non poche novità, come la Madonna orante cui andrà ribadita la piena attribuzione a Carlo Dolci (nella foto), e poi un Compianto sul Cristo chiamato Ludovico Carracci da rendere, invece, all’istriano Trevisani e due grandi e smaltate tele di Ludovico Lipparini. Novità, almeno, per chi non ha ancora messo da parte le antiche paure e, sfidando l’incipiente e gelido inverno, si è avventurato con occhio intrepido e curioso su nel Nord, anche ben oltre il corso dell’Elba e quello del Weser.