notizia

di Carlo Milano

Giovanni Battista Moroni a Londra

Intervista con Arturo Galansino

A partire dal 21 ottobre e fino al 25 gennaio la Royal Academy ospita un’importante mostra dedicata al grande pittore cinquecentesco Giovanni Battista Moroni. Prendiamo un caffè con Arturo Galansino, Exhibitions Curator della RA e responsabile, insieme con Simone Facchinetti (curatore al Museo Bernareggi di Bergamo), dell’ organizzazione dell’ esposizione.

CM. Arturo, raccontaci il progetto della mostra.

AG. Per la prima volta abbiamo portato a Londra un nucleo di 45 opere (1 disegno e 44 dipinti, di cui 41 di Moroni, 3 di Moretto e uno di Lotto), provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. La mostra ha un taglio monografico e segue lo sviluppo della carriera di Moroni, partendo dal rapporto con l’eredita’ di Moretto  e da quello con le generazioni precedenti. In questo senso sarà molto interessante osservare come Moroni reinterpreti Lotto alla luce della devozione controriformistica. Tra i ritratti degli anni ’50 abbiamo scelto di cominciare mostrando quelli “esemplari”, ovvero dedicati a personaggi che hanno compiuto opere moralmente significative, descritte in precise iscrizioni sotto l’effigiato. In questi quadri c’è un realismo diretto, con i personaggi raffigurati con precisione anche nei loro difetti fisici o nei segni dell’ età. E’ molto probabile che Moroni, durante i suoi soggiorni a Trento al tempo del Concilio, abbia anche visto esempi di pittura nordica, per esempio di Antonis Mor, e che li abbia tenuti in grande considerazione.

CMGli anni ’50 sono un periodo fondamentale per Moroni.

AG. Si, e sono anche “anni felici”, quelli che vanno fino al 1563. Moroni lavora per le grandi famiglie di Bergamo e dipinge elegantissimi ritratti aristocratici con una tavolozza “veneziana”, scintillante. Sono gli anni degli splendidi ritratti Avogadro della National Gallery di Londra, per esempio, o del ritratto di Prospero Alessandri prestatoci dal Principe di Liechtenstein. In città c’è una nuova linfa intellettuale, ma anche politica, con il prevalere delle famiglie filo-spagnole, più vicine a Milano che a Venezia. Non a caso, in alcuni ritratti Moroni inserisce dei motti scritti in spagnolo. Ma dopo l’ assassinio del Conte Brembati Venezia interviene e impone un piu’ serrato controllo su Bergamo. E’ la fine di un periodo di successo per il nostro artista. Moroni ritorna ad Albino e inizia per lui una nuova fase. Lavora per una committenza locale, meno prestigiosa e meno facoltosa, e si dedica a ritratti più sobri e intimi, e intensifica la produzione religiosa. A questo tipo di ritrattistica, psicologicamente intensa, appartiene un inedito che abbiamo scoperto in una collezione privata preparando la mostra.

CMComplimenti! Quali altre novità ci sono?

AG. Una sezione della mostra è dedicata alle pale d’ altare. E’ un aspetto della carriera di Moroni del quale non si è scritto molto. Buona parte delle tele che vedrete a Londra non sono mai uscite dalle chiese per le quali vennero fatte, per cui sono in un certo senso una scoperta per il pubblico inglese. Sono opere di grande significato anche perché sono in diretta relazione con il pensiero e l’azione di Carlo Borromeo, in quanto realizzate in previsione della sua visita del 1575.

CMLa mostra si chiude con gli ultimi ritratti.

AG. Si. Si tratta di quadri degli anni ’70. Sono capolavori straordinari. Sono ritratti di piccoli aristocratici, di borghesi, di letterati, tutti di Albino e dintorni. Spesso hanno lo stesso sfondo e gli stessi oggetti di scena, quali la savonarola e il volume con copertina gialla: oggetti appartenenti alla bottega di Moroni, dove i personaggi posavano come avrebbero fatto secoli dopo i clienti di un fotografo dell’ Ottocento. Il realismo qui impera, sono ritratti privati dipinti con un gusto per la pittura e per i suoi effetti che colpirà i visitatori, ne sono certo. E in questa sala c’è il celebre Tagliapanni della National Gallery di Londra: è il primo ritratto di un gentiluomo raffigurato durante il lavoro manuale.

CMChe immagine di Moroni viene fuori dalla mostra, e come pensi che la mostra verrà accolta dal pubblico londinese?

AG. Moroni è un pittore moderno. Lo si vede dalla sua tecnica: non disegna, se non in pochissime occasioni, lavora direttamente sulla tela, davanti al personaggio. Specie nella sua maturità è chiaramente uno dei precursori del ritratto psicologico e anticipa idee e soluzioni che la pittura europea esprimerà secoli dopo la sua morte. E’ un osservatore attento del volto umano, lo dipinge con realismo e con analisi acuta, mostrando le rughe, i bernoccoli, ma anche la grazia e la sicurezza dei giovani. Questa è la prima mostra di Italian Old Masters alla Royal Academy dopo molti anni. Moroni ha sempre goduto di grande stima in Gran Bretagna, a partire dall’ Ottocento quando gli emissari della National Gallery cercavano le sue opere sul mercato lombardo e veneto. E i suoi ritratti sono descritti alle pareti delle case di alcuni dei personaggi di Henry James. Ci tenevo a fare questa mostra fin da quando sono arrivato a Londra e grazie a Simone Facchinetti ed al sostegno della mia istituzione, l’impresa e’ stata realizzata in tempi brevissimi.

CMFino a poco tempo fa eri alla National Gallery qui a Londra. Sei uno storico dell’ arte internazionale.

AG. Ho studiato a Milano e a Torino, poi sono andato a Parigi prima all’ INHA e poi al Louvre per qualche anno, dove ho lavorato alle grandi mostre su Mantegna e Tiziano, Tintoretto, Veronese. Nel 2010 sono venuto a Londra alla NG ed ho avuto l’onore di lavorare alla storica mostra su Leonardo. Sono felice di avere studiato in Italia, ma là non intravvedevo occasioni, per cui sono partito subito dopo la conclusione dei miei studi. A Parigi la vita al Louvre  era molto interessante, ma era chiaro che non essendo francese tutto era più complicato, visto il sistema ancora legato ai concorsi di stato. A Londra invece c’è un sistema molto piu’ moderno, un atteggiamento più libero, aperto verso gli studiosi stranieri ed in grado di offrire occasioni ed esperienze lavorative straordinarie.