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di Leonardo Piccinini

NOVITà AL BARGELLO

Conversazione con Paola D'Agostino in occasione della prima mostra sulle statue di porcellana di Doccia

Molto ammirato (e fotografato), il Pescatore di Vincenzo Gemito, scultura in bronzo del 1877, campeggia al centro del lato sud nel cortile del Museo del Bargello di Firenze, circondato da numerose opere più antiche, provenienti dal giardino di Boboli, da chiese e monumenti cittadini. Fu donato al museo esattamente cent’anni fa, nel 1917; alle rimostranze per un’opera moderna al Bargello, il direttore rispose: “Diventerà antico anche lui”. “Era il primo museo dell’Italia unita, fondato con Firenze capitale nel 1865, e accoglieva anche opere moderne” mi spiega Paola D’Agostino, dal dicembre 2015 Direttore, oltre che di uno dei più importanti musei di scultura al mondo, “anche di Orsanmichele, Cappelle Medicee, Palazzo Davanzati, Casa Martelli”. I Musei del Bargello, “di cui abbiamo appena realizzato il sito internet, all’indirizzo www.bargellomusei.beniculturali.it ”.

La passione di questa storica della scultura, formatasi al Courtauld Institute di Londra e approdata a Firenze dopo una carriera tra Metropolitan Museum of Art di New York e la Yale University Art Gallery, pare ora concentrata con impegno ed entusiasmo nella riorganizzazione, riallestimento e valorizzazione (secondo i desiderata della riforma Franceschini) di questo straordinario complesso museale fiorentino. Il nostro incontro si svolge in occasione della piccola, ma preziosissima mostra (in corso fino al 1 ottobre 2017 al Bargello) La fabbrica della bellezza. La Manifattura Ginori e il suo popolo di statue, a cura di Tomaso Montanari e Dimitrios Zikos, con la collaborazione di Cristiano Giometti e Marino Marini. “Si tratta di un progetto espositivo nato due anni fa, con l’intenzione di promuovere l’attenzione verso la storia e le sorti della più antica manifattura di porcellana d’Italia, fondata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori a Doccia [nei pressi di Firenze]. Il Museo di Doccia è chiuso dal 2014, e le collezioni a rischio di inesorabile degrado. Prima dell’apertura della mostra, il 30 marzo scorso il ministro Franceschini ha annunciato l’acquisto, da parte dello Stato, del Museo di Doccia.” Ora si è in attesa di conoscere il destino dei terreni su cui sorge lo stabilimento della Richard Ginori 1735, la storica manifattura di proprietà della Kering di François Pinault: “museo e manifattura sono due realtà nate insieme e inscindibili”.


Prima dell’apertura della mostra, il 30 marzo scorso il ministro Franceschini ha annunciato l’acquisto, da parte dello Stato, del Museo di Doccia.” Ora si è in attesa di conoscere il destino dei terreni su cui sorge lo stabilimento della Richard Ginori 1735, la storica manifattura di proprietà della Kering di François Pinault: “museo e manifattura sono due realtà nate insieme e inscindibili”.


Le interessantissime forme preparatorie in gesso (alcune esposte in mostra), insieme alle cere storiche (messe in salvo dal degrado del Museo di Doccia, grazie al contributo dell’Associazione Antiquari d’Italia) sono tuttora conservate all’interno dello stabilimento. “Si tratta della prima manifattura europea impegnata a realizzare scultura in porcellana: derivazioni delle più celebri statue dell’antichità ma anche dei grandi scultori moderni”. Si veda ad esempio la Venere de’Medici dall’antico, forse ricavata dalle stesse forme con le quali Massimiliano Soldani Benzi “fuse nel 1702 la Venere in bronzo gentilmente prestata alla mostra dal Principe del Liechtenstein: fa il suo ritorno in Italia dopo 300 anni”. Valgono il viaggio, non solo per gli appassionati, “il monumentale camino in porcellana, restaurato per l’occasione, coronato dalla riduzione del Crepuscolo e dell’Aurora di Michelangelo; o il Tempietto Ginori, che lascia per la prima volta la sua sede storica di Palazzo Casali a Cortona, dove si trova dal 1757”.

Prima di lasciare il “popolo di statue” qualche anticipazione sui futuri destini del Bargello: “insieme allo staff museale, è mio desiderio procedere al graduale riallestimento delle sale, penso agli avori, alle oreficerie, all'arte islamica, ai bronzetti…. Attingere agli affascinanti, ricchi depositi collocati nella torre Volognana per distribuire qualche opera nelle altre sedi. Partecipare insieme a Palazzo Strozzi alla grande mostra su Verrocchio nel 2019, con una sezione speciale qui al Bargello”.