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di Leonardo Piccinini

Da via del Babuino a via Margutta

La galleria di Paolo Antonacci inaugura la nuova sede.

Da via del Babuino a via Margutta. Anzi, per l’esattezza al numero 16a di via Alibert, la piccola strada che collega le due più celebri parallele, quella tracciata da Paolo III nel ‘500 e la via degli artisti, con giardini e terrazze alle pendici del Pincio. 

La nuova galleria di Paolo Antonacci è a un passo dalle precedenti sedi: “Via del Babuino è stata lo scenario di quarant’anni di lavoro svolto prima nella galleria fondata nel 1916 da mio nonno Emanuele, poi al 141a con un percorso di ricerca e valorizzazione della pittura di veduta e del Grand Tour tra seconda metà del Settecento e primi del Novecento”. 

Di fronte al sito nel quale trecento anni fa aprì il più importante teatro d’opera di Roma, voluto dal segretario di Cristina di Svezia, il gentiluomo francese D’Alibert, la galleria di Paolo Antonacci esordisce con un’intelligente installazione dell’artista Balbo Diodato (fino al 2 aprile): otto lastre di rame di un metro per un metro, un calco di strada che simula l’”irruzione” di via Margutta all’interno della galleria. 

Alle pareti una collezione di acquerelli della Scuola di Posillipo (XIX secolo), con alcuni celebri nomi come Giacinto Gigante e Salvatore Fergola (del quale è tra l'altro in corso una mostra a Napoli, presso Palazzo Zevallos Stigliano).