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di Leonardo Piccinini

LE SORPRESE DEL LAPISLAZZULI

Conversazione con Gian Carlo Parodi

Al piacere che si prova nel visitare la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, ricca delle sorprese che i migliori mercanti d’arte hanno setacciato in ogni parte del globo, ospitata nel capolavoro del barocco fiorentino, Palazzo Corsini (quest’anno più esaltato che mai), si unisce l’incomparabile opportunità di trascorrere alcune ore (o giorni, tanto ricca è l’offerta) nel cuore di una delle più gloriose capitali artistiche del mondo.

E alcune mostre ce ne ricordano lo splendore passato e presente, l’infinita abbondanza di tesori, spesso sottovalutati ma di enorme importanza. A Palazzo Pitti non è mai inutile tornare: si pensi solo all’intatta Galleria Palatina, con il più cospicuo nucleo di opere di Raffaello (ben undici!) e di Andrea del Sarto (diciotto), i tredici Tiziano, al meglio dell’Ottocento italiano in trenta sale del secondo piano, all’architettura naturale di Boboli….
E, nei freschi appartamenti estivi della corte medicea, accessibili dal cortile dell’Ammannati e sontuosamente allestiti nel ‘600, il Museo degli Argenti è lo scrigno di quel che rimane di una collezione senza paragoni, in origine distribuita tra le residenze di casa Medici e oggi confinata in queste sale….ma alcune mostre che da anni si succedono ne esaltano la storia, l’importanza e la qualità.


Concepita per mostrare la meraviglia della collezione, davvero unica al mondo, di vasi intagliati in lapislazzuli e precisare “l’aspetto più prettamente mineralogico di questa affascinante roccia, tra le più antiche come utilizzo


Lapislazzuli, magia del blu, da visitare entro l’11 ottobre, è una di queste occasioni. Concepita per mostrare la meraviglia della collezione, davvero unica al mondo, di vasi intagliati in lapislazzuli e precisare “l’aspetto più prettamente mineralogico di questa affascinante roccia, tra le più antiche come utilizzo (viene estratta da 6500 anni)” come racconta Gian Carlo Parodi, mineralogista davvero appassionato e competente che lavora presso il Jardin des Plantes di Parigi, sede della celeberrima raccolta di pietre preziose già appartenuta ai vari Luigi di Francia.
Otto anni fa organizzai una singolare mostra sul colore giallo e sul rosso, nei minerali e nelle gemme, ma anche paragonando la nostra percezione del rosso del vino e del rosso di un rubino…chimica organica e chimica inorganica. Poi ho pensato al blu! E ho presentato un progetto a Maria Sframeli, direttrice del Museo degli Argenti. Una sezione della mostra è allestita anche presso la Specola” a pochi passi da Palazzo Pitti, parte del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze che conserva una vastissima collezione mineralogica in parte proveniente dalle collezioni medicee. L’illuminismo e la ricerca scientifica hanno separato quel che un tempo era conservato in un unico percorso mozzafiato. Come scrive in catalogo Maria Sframeli alcuni “vasi erano stati collocati nella Tribuna ideata da Francesco I per esporre i tesori più preziosi delle raccolte medicee in una camera delle meraviglie che, a seguito degli studi recenti, possiamo immaginare come una grotta marina animata dalla presenza di sculture e oggetti d’arte, che aveva il suo corrispondente – alla fine del percorso del Corridoio Vasariano – nella grotta del Buontalenti in Boboli”.

Una ricchezza infinita che possiamo ricostruire dagli esemplari superstiti in mostra, “dai prestiti che i maggiori musei del mondo (Louvre, Vienna, Oxford, Prado…) hanno concesso, dal prezioso nucleo di dipinti su pietra”, come il Giudizio universale da Michelangelo o la Scena di caccia commissionata da Scipione Borghese, prestati da Alessandra Di Castro che con il fratello Alberto aveva ideato nel 2013 la mostra Lapis lazuli, “ma l’esposizione affronta davvero tanti utilizzi del lapislazzuli, come quello per affreschi e miniature, dopo aver macinato e depurato il minerale” conclude Parodi. Al quale domandiamo aggiornamenti sul “suo” museo parigino: “la collezione di mineralogia, riaperta al pubblico nel dicembre 2014 dopo sei anni di lavori, riscuote un enorme successo” e anche sullo stato di salute del collezionismo in questo affascinante settore: “ci sono raccolte di enorme importanza. Consiglio a tutti un viaggio a Beirut al museo privato Mim, collezione formata negli ultimi vent’anni. Andrò inoltre a fine ottobre a Monaco di Baviera al Munich Show, il “TEFAF di noi mineralogisti”.