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Le avventure di Costamagna

Riflessioni, incontri e scoperte di uno storico dell’arte speciale.

Autobiografia, diario di lavoro, (breve) storia della disciplina: quella…dell’OCCHIO! Proprio così si definisce più volte Philippe Costamagna nel suo divertente e appassionato Avventure di un occhio (Johan & Levi editore, sarà presentato a Milano presso la Pinacoteca di Brera il 17 maggio). Grande esperto di pittura del Cinquecento, dal 2006 Costamagna è direttore del Palais Fesch Musée des Beaux-Arts di Ajaccio, che porta il nome “dello zio materno di Napoleone, il più grande collezionista di tutti i tempi. In vita, Fesch riuscì a riunire sedicimila opere provenienti dalla Francia e dall’Italia. Alla sua morte, gran parte della collezione fu smembrata e venduta, ma un migliaio di dipinti furono inviati nella sua città natale”.


“Un raggio di sole ne illuminò i piedi, facendo scintillare delle unghie di porcellana di cui avrei riconosciuto fra mille la levigata lucentezza. “Vedi anche tu quello che vedo io?” Mi chiese Carlo”


Un occhio, quello di Costamagna, che insieme a quello del collega Carlo Falciani portò nel 2005 alla scoperta di uno straordinario dipinto, il Cristo crocifisso di Bronzino, “che l’artista aveva realizzato per la famiglia fiorentina dei Panciatichi intorno al 1540 e che fino a quel momento gli esperti di pittura fiorentina di quel periodo avevano dato per disperso”. Eppure…era lì, sotto gli occhi di tutti, in fondo a un corridoio del Musée des Beaux-Arts di Nizza. “Un raggio di sole ne illuminò i piedi, facendo scintillare delle unghie di porcellana di cui avrei riconosciuto fra mille la levigata lucentezza. “Vedi anche tu quello che vedo io?” Mi chiese Carlo”. Tanti gli episodi, gli aneddoti e gli incontri nella vita di Costamagna, dall’infanzia borghese alla folgorazione per l’Italia. “Volevo studiare il Settecento veneziano, di cui mi ero infatuato grazie al Canaletto di Londra e agli affreschi di Tiepolo visti al Jacquemart-André”, a riprova del fatto che l’arte italiana in giro per il mondo costituisce il miglior ambasciatore che il nostro Paese possa vantare (con buona pace di chi sogna le frontiere blindate, coloro che tendo a definire sovranisti dell’arte…).


"Con il mercato d’arte e i suoi protagonisti Costamagna è in contatto costante, l’occhio cerca sempre novità per scoperte e attribuzioni."


L’incontro con un giovane antiquario corso, François Biancarelli, incaricato della vendita del mobilio di un castello di famiglia, fu solo il primo di una lunghissima serie. Con il mercato d’arte e i suoi protagonisti Costamagna è in contatto costante, l’occhio cerca sempre novità per scoperte e attribuzioni. Pur in una posizione di relativo distacco, dovuta alla carica di conservatore di un museo francese. Berenson, Longhi, Zeri…restauri, anche non condivisibili (la Pietà di Fra Bartolomeo a Pitti), attribuzioni: c’è un po’ di tutto nelle Avventure di Costamagna, che stimolano la curiosità e la scoperta con sentenze di questo genere: “negli Stati Uniti, sui lambris delle mansions di Newport, sonnecchiano ancora molte opere che aspettano di essere divulgate”, oppure “le chiese della Corsica ospitano più di cinquecento dipinti sottratti alla collezione Fesch […] nessuno, finora, si è mai dedicato all’impresa di setacciare metodicamente quei luoghi, non è difficile ipotizzare che in qualche angolo roccioso dell’isola si celino svariate meraviglie che attendono ancora di essere scoperte”.